Re Salman dell'Arabia Saudita
"cerca di nascondere la natura del sistema tribale saudita con
alcune riforme populiste e di superficie e inganna la pubblica
opinione". E' quanto afferma il quotidiano iraniano 'Keyhan',
voce degli ultraconservatori e vicino alla Guida suprema
Khamenei, a proposito dell'annuncio saudita che le donne
potranno entrare negli stadi, anche se solo dal 2018 e
accompagnate da parenti maschi.
Anche le donne iraniane non possono entrare negli stadi, non
per legge ma ufficialmente solo per evitare loro la vicinanza di
tifoserie maschili dai modi generalmente molto volgari.
Si tratta, secondo Keyhan, di una manovra propagandistica e
"ridicola" da parte della dinastia saudita, perché questa, "come
nel Medioevo, reprime duramente l'opposizione". In particolare,
aggiunge, nelle aree sciite del Paese, dove i leader religiosi
sono arrestati o condannati a morte - come il popolare imam Nirm
al Nimr, decapitato nel gennaio 2016 - e la gente vive "nelle
peggiori condizioni di povertà".
"Recentemente - accusa ancora il quotidiano - due villaggi in
Arabia Saudita sono stati distrutti" e 15 mila yemeniti, fra cui
2.000 bambini, sono stati uccisi dalle bombe della coalizione
guidata da Riad. Inoltre, l'Isis è cresciuto nella regione con
finanziamenti sauditi, e decine di esempi di questo tipo
mostrano come i sauditi non abbiano alcun rapporto con il 21/o
secolo". (ANSAmed).
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