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L'ambasciatore della Polonia: 'Auschwitz non era un campo polacco'

L'ambasciatore della Polonia: 'Auschwitz non era un campo polacco'

Orlowski in visita all'Ansa

ROMA, 03 febbraio 2017, 09:15

Redazione ANSA

ANSACheck

L 'ambasciatore polacco Tomasz Orlowski durante l 'incontro con i giornalisti dell 'ANSA a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'ambasciatore polacco Tomasz Orlowski durante l 'incontro con i giornalisti dell 'ANSA a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'ambasciatore polacco Tomasz Orlowski durante l 'incontro con i giornalisti dell 'ANSA a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'ambasciatore polacco in Italia Tomasz Orlowski è stato ieri in visita all'Ansa. Nel corso della visita l'ambasciatore ha incontrato la direzione dell'Ansa alla quale ha manifestato il suo disappunto per due notizie, diffuse in occasione della Giornata della Memoria, nelle quali veniva definito Auschwitz "campo polacco". La direzione dell'Ansa si è rammaricata per l'utilizzo improprio di questo termine, ben consapevole della verità storica dei fatti che hanno visto la Polonia invasa dall'esercito nazista tedesco e la realizzazione da parte dei nazisti del campo di Auschwitz e consapevole anche della necessità di un linguaggio rigoroso e preciso che non si presti ad interpretazioni distorte della storia.

D'altra parte, in centinaia di altre occasioni l'ANSA nelle sue notizie ha usato la definizione di "campo nazista" o "campo tedesco". Fin dalla sua fondazione nel 1945 l'Ansa ha sempre raccontato la storia della Polonia con grande attenzione attraverso il lavoro dei suoi giornalisti, mantenendo sempre eccellenti rapporti con il paese e con le rappresentanze diplomatiche polacche in Italia e collaborando con esse proprio nell'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla storia dei campi di sterminio di cui il popolo polacco è stato vittima.

Orlowski: 'Chiudere rotta Libia, no a relocation' 
Sì ad un rafforzamento delle frontiere esterne dell'Ue, allo sviluppo del dialogo con i paesi d'origine e quelli di transito, ma molto scetticismo sulle 'relocation', i ricollocamenti dei profughi. Sono queste per la Polonia le prime risposte da dare alla crisi dei migranti in Europa, come ha spiegato nell'intervista l'ambasciatore Orlowski a poche ore dall'inizio del Consiglio europeo di Malta, dedicato proprio alla crisi dei migranti in Europa. E' "una delle maggiori crisi europee, che deve essere risolta. E la Polonia è pronta a dare il suo contributo: non esiste una soluzione nazionale, deve essere europea", ha precisato. Favorevole al modello dell'accordo Ue-Turchia - che ha chiuso la rotta balcanica - ora che il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk propone un analogo accordo con la Libia Orlowski conferma però lo scetticismo di Varsavia sui ricollocamenti dei migranti giunti soprattutto in Italia e in Grecia.

"Rischia di essere un messaggio sbagliato per gli altri candidati all' immigrazione, quasi un invito" a mettersi in viaggio verso l'Europa. Ma, aggiunge l'ambasciatore, "è molto importante riuscire a chiudere la rotta mediterranea come è stata chiusa quella balcanica". L'ambasciatore, affrontando diversi temi di politica estera, si è mostrato prudente sul nuovo corso americano, dopo l'arrivo alla Casa Bianca del presidente Donald Trump. Ne ha anche sottolineato alcuni aspetti positivi, come l'avvio di un dialogo con il presidente russo Vladimir Putin sull'Ucraina, una delle questioni che preoccupa di più Varsavia. "Che Putin e Trump abbiano parlato di Ucraina - spiega - può essere per noi una buona notizia".

"Vogliamo valutare i fatti , non le dichiarazioni - ha detto Orlowski -. Ma siamo piuttosto rassicurati e fiduciosi, abbiamo fiducia nell'America", ricordando che "nessuna crisi in Europa è stata risolta senza la partecipazione degli Stati Uniti". Sulla Nato, più che lo scetticismo di Trump sul mutuo obbligo di assistenza in caso di attacco esterno, l'ambasciatore preferisce ricordare le parole positive del nuovo capo del Pentagono James Mattis "molto a favore di uno strettissimo legame transatlantico". Trump - aggiunge - "ha chiesto una migliore distribuzione degli oneri, un punto sul quale ha ragione, e la Polonia è uno dei cinque paesi ad aver stanziato il 2% del Pil. Non abbiamo nessun problema". Secondo l'ambasciatore in Italia, "il mondo ha bisogno di una buona comunicazione tra Russia e Stati Uniti, perché possono fare moltissimo per l'Europa".

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