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Francia verso voto. Aperta inchiesta su moglie Fillon

Francia verso voto. Aperta inchiesta su moglie Fillon

Valls a Hamon,'io candidato di buste paga, tu di cartella tasse'

PARIGI, 01 marzo 2017, 11:39

Redazione ANSA

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PARIGI, 25 GEN - In Francia è già il 'Penelopegate': la procura di Parigi ha aperto un'inchiesta per appropriazione indebita e abuso d'ufficio nei confronti di Penelope Fillon, moglie dell'attuale candidato della Destra, Francois Fillon, fino ad oggi favorito nella corsa all'Eliseo di primavera. Prosegue serrato, intanto, lo scontro Hamon-Valls - i due candidati delle primarie di sinistra al ballottaggio domenica - che si sono scontrati stasera in tv senza risparmiarsi colpi.
    Secondo un articolo del Canard Enchainé, la compagna dell'ex premier ha incassato per otto anni stipendi come assistente parlamentare del marito senza che risultino testimonianze della sua effettiva presenza sul luogo di lavoro. "Sono semplicemente scandalizzato dal disprezzo e dalla misoginia di quell'articolo", ha replicato lui, scuro in volto questa mattina a Bordeaux, riferendosi al particolare passaggio in cui il giornale dipinge Pénélope come una casalinga modello col pallino delle marmellate fatte in casa. Se un "politico avesse detto la stessa cosa avrebbero urlato tutte le femministe". In serata, Fillon ha rincarato: 'campagna di calunnie e accuse senza fondamento'. Marziale coi cronisti, l'uomo forte dei Républicans si è chiesto quale fosse il motivo per cui la donna, da cui ha avuto 5 figli, non avesse diritto di lavorare come tutti: "Forse perché è mia moglie?". A tre mesi dal primo turno ha poi denunciato l'avvio della "macchina del fango" per ostacolare il suo cammino verso la poltrona più importante. Ma nel merito delle accuse non smentisce nulla. In tv, radio, giornali on-line, non si parla d'altro. Nella sua edizione di oggi il settimanale satirico autore di clamorosi scoop porta come prove le buste paga della donna: dal 1998 al 2002 fu remunerata dal marito con i 9.561 euro a disposizione di ogni deputato per stipendiare fino a 5 collaboratori. In quel periodo, Penelope incassò fra i 3.900 e i 4.600 euro al mese, poi il marito entrò nel 2002 nel governo Raffarin (il presidente Jacques Chirac lo nominò ministro del Lavoro) ma Madame Fillon continuò ad essere remunerata dal deputato subentrato al posto del consorte. Titolo di studio in legge, avvocato senza mai aver esercitato, si vide aumentare in quel momento la busta paga mensile a 6.900 euro lordi, poi nel 2006 a 7.900, quasi l'intero ammontare a disposizione del titolare del seggio di parlamentare. Quando Fillon, alla fine del mandato di Sarkozy, tornò in parlamento, richiamò ancora la moglie, che per 6 mesi percepì 4.600 euro. Ma anche in questo caso nei corridoi dell'Assemblea pare non l'abbia mai vista nessuno. Penelope era invisibile anche alla "Revue des deux Mondes", rivista che dal maggio 2012 al dicembre 2013 - rincara il Canard - aggiunse un altro stipendio nel carniere della signora. Il periodico appartiene a Marc Ladreit de Lacharrière, amico del marito, che in 20 mesi avrebbe elargito alla moglie 100.000 euro lordi, firmando "due o tre recensioni".
    Il "Penelopegate" che rischia di azzoppare il candidato della destra, aveva fatto passare per qualche ora in secondo piano lo scontro in famiglia tra Manuel Valls e Benoit Hamon, i due sfidanti al ballottaggio delle primarie della gauche domenica. Hamon, favoritissimo per aver chiuso il primo turno in testa al 36% e aver raccolto quasi tutti gli appoggi dei candidati eliminati, ha affrontato il dibattito senza strafare, lasciando il compito di attaccare all'avversario, l'ex primo ministro Valls, 31% domenica, che si trova di fronte a una vera "mission impossible". Nocciolo duro dello scontro, la proposta del "reddito universale", un progetto di Hamon di arrivare - a lungo termine - alla distribuzione di 750 euro ad ogni francese, a prescindere da reddito e occupazione. Valls l'ha attaccato sulla fattibilità (450 miliardi di euro se applicato integralmente, con gravi ripercussioni sulla pressione fiscale) ma soprattutto sulla "filosofia": "sarebbe un messaggio di rassegnazione alla disoccupazione. Io sono il candidato del lavoro - ha detto l'ex primo ministro - sono il candidato della busta paga. E non vorrei che Hamon fosse il candidato della cartella delle tasse".
   

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