"Putin sulle presidenziali farà quel che gli conviene". Grigory Yavlinsky, leader di Yabloko, ormai storico partito socialdemocratico, non si fa alcun tipo di illusione e anzi invita a non averne. Che il leader del Cremlino stia ancora valutando se sciogliere la riserva sulla sua candidatura alle elezioni del 2018 - come ribadito al G20 - non è una novità, semmai il punto vero è "quando" si voterà. Se l'economia continua ad andare male, infatti, Putin potrebbe decidere di "anticipare" al 2017. Un blitz che avrebbe un solo obiettivo: "arginare" la voglia di cambiamento.
"In Russia - racconta Yavlinsky in un'intervista all'ANSA - il vento sta iniziando a soffiare in un'altra direzione e il compito di Yabloko è innalzare le vele giuste". Detto questo, Yavlinsky, il cui partito balla nei sondaggi intorno alla soglia magica del 5%, il minimo per accedere alla Duma, non vede le politiche del prossimo 18 settembre come il momento in cui 'prendere il largo'. "La Russia - sostiene - è un paese semicriminale e non si può parlare, in queste condizioni, di libere elezioni". Il vento, insomma, non soffierà così (ancora) così forte per impensierire il partito di governo, che può contare sul lavoro diligente dei governatori delle regioni, "pescati sempre di più dal circolo stretto di Putin", per garantire l'adeguato flusso di voti. "Ma la gente è delusa: i sostenitori del presidente si stanno riducendo per ragioni oggettive".
I fattori, secondo Yavlinsky, sono diversi: la crisi economica, l'inflazione, il calo dei redditi, l'isolamento della Russia nel mondo, le guerre in Ucraina e Siria, dove "muoiono" cittadini russi, gli scandali sportivi. "Le persone se ne stanno rendendo conto". Tant'è vero che delle imminenti elezioni politiche "non se ne parla, per la prima volta in 25 anni non s'è fatto battage". Ed è una strategia: "evitare" che si vada a votare. Il piano, infatti, è già pronto. Il premier Dmitri Medvedev verrà "licenziato e sostituito" - forse con "Serghei Sobyanin", dal 2013 sindaco di Mosca - e così potrà sbandierare il cambiamento. Ma è solo una strategia per tirare avanti, appunto, "sino alle presidenziali". Il Cremlino d'altra parte è l'unica posta che conta in Russia.
Che poi è il motivo per cui Yabloko continua a presentarsi alle elezioni nonostante il sistema sia marcio. "In un mondo in cui i media che contano sono tutti in mano al regime il periodo elettorale è l'unico in cui si può arrivare alle orecchie della gente, è il solo strumento pacifico che abbiamo: in un paese come la Russia, dove gli spargimenti di sangue sono sempre una possibilità, è meglio evitare lo scontro". "Il nostro obiettivo principale è prendere abbastanza voti alle prossime elezioni per poi portare l'assalto politiche alle presidenziali", conclude Yavlinsky. "Non ne facciamo mistero ed è per questo che di attaccano".
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