Papa Francesco è in Armenia, dove il cristianesimo divenne religione di Stato nel 301 d.C. Quella di Francesco nella piccola Repubblica ex-sovietica del Caucaso, 15 anni dopo Giovanni Paolo II, è una visita dalla forte impronta ecumenica.
"Avendo davanti ai nostri occhi gli esiti nefasti a cui condussero nel secolo scorso l'odio, il pregiudizio e lo sfrenato desiderio di dominio, auspico vivamente che l'umanità sappia trarre da quelle tragiche esperienze l'insegnamento ad agire con responsabilità e saggezza per prevenire i pericoli di ricadere in tali orrori". Lo ha detto papa Francesco nell'incontro con le autorità civili e il corpo diplomatico nel Palazzo presidenziale di Erevan, dopo aver ricordato il massacro degli Armeni di un secolo fa. "Si moltiplichino perciò, da parte di tutti - ha aggiunto -, gli sforzi affinché nelle controversie internazionali prevalgano sempre il dialogo, la costante e genuina ricerca della pace, la collaborazione tra gli Stati e l'assiduo impegno degli organismi internazionali, al fine di costruire un clima di fiducia propizio al raggiungimento di accordi duraturi".
"E' di vitale importanza che tutti coloro che dichiarano la loro fede in Dio uniscano le loro forze per isolare chiunque si serva della religione per portare avanti progetti di guerra, di sopraffazione e di persecuzione violenta, strumentalizzando e manipolando il Santo Nome di Dio". Lo ha detto papa Francesco incontrando a Erevan le autorità armene e il corpo diplomatico.
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