Intorno al parco Gezi salvato dalle ruspe, i lavori nella spianata di cemento di piazza Taksim continuano senza sosta. L'area verde nel cuore di Istanbul, oggi ha l'aria di un sopravvissuto. A 3 anni dall'inizio delle proteste ambientaliste contro la sua distruzione, sfociate nella più grande ondata di manifestazioni della Turchia contemporanea, il 'popolo di Gezi' si prepara a un anniversario difficile.
"Chi allora protestava, oggi è demoralizzato da quello che è successo dopo, perché un vero cambiamento non c'è stato. Anzi, Tayyip Erdogan (all'epoca premier, oggi presidente, ndr) è diventato persino più forte", spiega all'ANSA Ozgur Mumcu, che durante le proteste fu una delle voci più riconosciute di un movimento senza leader. In quella rovente fine di primavera del 2013, fu tra i primi a rompere il 'blackout' dei media mainstream, denunciando il clamoroso oscuramento delle manifestazioni di piazza per trasmettere documentari sui pinguini. "In questi anni il potere di Erdogan è diventato sempre più autoritario, anche a causa di un'opposizione incapace di contrastarlo. Ma anche se adesso la situazione è molto difficile, l'eredità di Gezi resta forte: le vite di chi era in piazza sono cambiate, perché la gente ha visto con i propri occhi di poter fare qualcosa. Le generazioni più giovani sono state fortemente influenzate da quell'esperienza", racconta Mumcu, oggi editorialista del quotidiano laico Cumhuriyet, fiero oppositore di Erdogan.
Le iniziative per ricordare la protesta prevedono domenica una giornata di concerti, atelier e forum di discussione in un altro parco cittadino, in perfetto 'stile Gezi'. Martedì pomeriggio ci sarà poi un corteo fino al parco, che però, come l'anno scorso, potrebbe essere vietato. "Tra la repressione della polizia e i timori di attentati terroristici, soprattutto dopo quello contro i pacifisti curdi ad Ankara, non credo che ci saranno manifestazioni di massa. Oggi molti hanno paura", prevede Mumcu. Molte delle iniziative, allora, furono il frutto di un tam-tam spontaneo, spesso attraverso i social network. In piazza scesero circa 3 milioni di persone. Ma il movimento, ricorda Mumcu, "non è mai stato istituzionalizzato. Nessun partito politico ha avuto un controllo su Gezi. Le energie erano state parzialmente canalizzate dall'Hdp nelle elezioni di giugno, ma dopo i nuovi scontri con il Pkk la questione curda è tornata prioritaria e molti si sono allontanati. Per sfidare Erdogan, all'opposizione turca servirebbe un cambiamento radicale, proprio come a Gezi".
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