(ANSAmed) - TEL AVIV, 03 MAG - Appresa la sentenza, Ben David
si è rivolto ai genitori del sedicenne Muhammad Abu Khdeir da
lui bruciato vivo, chiedendo loro perdono. ''Ho sempre avuto
rispetto per gli esseri umani - ha detto; - ho raccolto i resti
sia di ebrei sia di musulmani quando lavoravo per Zaka'',
l'organizzazione rabbinica che presta primi soccorsi nelle aree
che sono teatro di attentati o di gravi incidenti. ''Ma soffro
di problemi mentali, in quel momento non comprendevo le mie
azioni''. I genitori della vittima gli hanno subito replicato
che ai loro occhi resta ''un assassino, un razzista'' e che
pertanto ''merita la pena di morte''.
La pubblica accusa aveva chiesto per Ben David una pena
record di 60 anni di reclusione: 12 per il fallito tentativo di
sequestro di un altro ragazzino palestinese, il giorno prima del
delitto; 20 per il rapimento di Abu Khdeir; altri 25 per
l'omicidio; e altri tre ancora per aver incendiato automobili
palestinesi in occasioni diverse. Ad ogni modo la sentenza
pronunciata dai giudici (l'ergastolo più 20 anni suppletivi, più
un risarcimento di 150mila shekel,circa 35.000 euro) viene a
rendere più remota la possibilità che Ben David possa un giorno
beneficiare di una grazia. Perche' anche in quel caso dovrebbe
ancora scontare comunque altri 20 anni di detenzione.
L'uccisione di Abu Khdeir avvenne nel luglio 2014, come
ritorsione di Ben David e di due suoi complici per il rapimento
e l'uccisione da parte di una cellula di Hamas in Cisgiordania
di tre adolescenti ebrei, i cui corpi furono pure arsi.
(ANSAmed).
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