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Stop a Angelina Jolie, Alicia Vikander sarà Lara Croft in 'Tomb Raider'

Stop a Angelina Jolie, Alicia Vikander sarà Lara Croft in 'Tomb Raider'

E nei giorni scorsi alcune foto dell'attrice americana hanno fatto discutere per la sua eccessiva magrezza

30 aprile 2016, 10:22

Redazione ANSA

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Angelina Jolie - RIPRODUZIONE RISERVATA

Angelina Jolie - RIPRODUZIONE RISERVATA
Angelina Jolie - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alicia Vikander (SCHEDA) segue le orme di Angelina Jolie (SCHEDA). L'attrice svedese sarà Lara Croft in 'Tomb Raider'.

Era il lontano 2001 quando Jolie raggiunse il successo planetario di "Lara Croft - Tomb Raider" (IL TRAILER E SCHEDA) in cui incarnava l'eroina di un celebre videogioco e conquistò le platee mondiali, all'indomani dell'Oscar come migliore attrice non protagonista per "Ragazze interrotte" (TRAILER E SCHEDA). Ora il ruolo passa ad Alicia, che è fresca di Oscar con The Danish girl (TRAILER E SCHEDA), anche lei come migliore attrice non protagonista.

Intanto gli oncologi continuano a discutere sugli interventi chirurgici a cui si è sottoposta l'attrice. Angelina Jolie non aveva molte alternative all'intervento al seno. Il suo fattore di rischio, il gene mutato Brca1, era di grado molto alto. Ma c'è una 'zona grigia' con un grandissimo numero di persone che hanno sì un rischio genetico, ma più gestibile con un'attenta sorveglianza, dieta e stile di vita mirati, e anche con i farmaci. Lo spiega Bernardo Bonanni, direttore divisione Prevenzione e genetica oncologica all'Istituto europeo di oncologia (Ieo), dove coordina 18 ricercatori in questo filone di ricerca.

Ma se la prevenzione che le donne italiane over 50 conoscono da tempo (mammografia ogni 2 anni) è generica e rivolta a tutte (così come la ricerca del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon), chi sono invece coloro che dovrebbero recarsi in un Centro oncologico per la prevenzione personalizzata? "Tutte e tutti coloro - risponde Bonanni - che, soprattutto giovani fra 20 e 30 anni, hanno visto tra i propri familiari più casi di un determinato tipo di tumore". Gli specialisti valuteranno se i tumori in famiglia sono stati causati dalla trasmissione di un gene mutato. "Col gene - precisa l'oncologo - viene trasmessa non la malattia, ma la predisposizione ad ammalarsi, più probabilmente e spesso in età più giovanile rispetto alla popolazione generale". "Oggi non è più sufficiente parlare di 'rischio' riferito alla popolazione generale - sottolinea Bonanni - ma è opportuna invece la valutazione di un 'rischio individuale' e per fare questo è necessaria una scrupolosa raccolta e analisi della storia personale e familiare della persona".

Questo lavoro permette, secondo lo specialista milanese, di "costruire un programma di sorveglianza clinico-strumentale personalizzato". Questo sarà basato certamente su una dieta appropriata (non a caso si sa che le abitudini alimentari sono responsabili di 3 tumori su 10) e su una più puntigliosa sorveglianza, ma se necessario anche su alcuni farmaci di cui si conoscono gli effetti antitumorali: Bonanni cita il tamoxifen e il raloxifen per il tumore della mammella, l'aspirina a dosaggio pediatrico per il cancro del colon retto, la pillola anticoncezionale per l'ovaio. "E sono allo studio molte altre molecole promettenti - precisa - fra cui la metformina (noto antidiabetico) per la prevenzione del tumore della mammella. Solo in casi estremi - conclude - se il rischio è molto alto, si può decidere di ricorrere, se possibile, all'opzione della chirurgia profilattica".

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