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Merkel autorizza processo a comico satira anti-Erdogan

Merkel autorizza processo a comico satira anti-Erdogan

Procedimento penale per moderatore Zdf Boehmermann

BERLINO, 16 aprile 2016, 19:49

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Pierluigi Mennitti) - L'atteso annuncio è arrivato dopo un lungo preambolo e due colpi di tosse iniziali, che tradivano un'inconsueta emozione: "Il governo concede l'autorizzazione al procedimento penale". Jan Boehmermann, comico che sulla Zdf aveva declamato una poesia satirica sul presidente turco Recep Tayyip Erdogan, potrà essere processato da un tribunale tedesco.
    Ma più che il governo nella sua interezza, è stata Angela Merkel in persona a caricarsi sulle spalle l'enorme responsabilità. "I ministri dell'Spd hanno votato contro l'autorizzazione e in situazione di parità ha deciso il voto della cancelliera", ha detto pubblicamente il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, che ha partecipato al voto assieme ai ministri della Giustizia (Spd) e dell'Interno (Cdu).
    Così ora la cancelliera resta sola di fronte a una scelta obbligata da un paragrafo antiquato del codice penale tedesco e dettata da una rischiosa necessità di equilibrio: tra la libertà di opinione e di espressione artistica in vigore in Germania e la suscettibilità di un politico, Erdogan, da cui la cancelliera non può più prescindere per affrontare la crisi dei profughi.
    Fra una settimana, Merkel accompagnerà il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk nel sud-est della Turchia. A Gaziantep visiterà un campo profughi, al confine con la Siria, per fare il punto con le autorità locali sull'applicazione dell'accordo bilaterale sui migranti. Fino ad allora, dovrà però fronteggiare un malumore interno che rischia di mandare in fumo il faticoso e fragile recupero registrato sul fronte dei profughi.
    La cancelliera ha concesso all'Spd "l'impegno per l'abolizione del paragrafo 103 del codice penale tedesco" che prevede, in caso di denuncia di un capo di Stato estero, che il governo autorizzi il procedimento. Ha provato a minimizzare la portata della decisione presa, affermando che "in uno Stato di diritto, non tocca al governo vagliare tra diritto della persona e libertà di opinione, ma alla procura e ai tribunali". Ha ricordato il legame di amicizia con la Turchia ma ha espresso "grande preoccupazione" per la situazione dei media e la sorte di alcuni giornalisti.
    Una posizione che trova, nei primi commenti della stampa online, il parziale consenso di testate autorevoli come Frankfurter Allgemeine Zeitung e Sueddeutsche Zeitung e Spiegel, e la critica di un tabloid popolare e influente come la Bild, che titola "Nelle mani di Erdogan". È "una decisione politica", è stata la reazione della Zdf, la tv pubblica che a distanza di una settimana ha ospitato il doppio colpo satirico di Boehmermann: prima una canzone e poi, dopo le prime proteste (Ankara aveva convocato due volte l'ambasciatore tedesco), la poesia che ha fatto infuriare Erdogan. Protestano associazioni giornalistiche, l'avvocato di Boehmermann e una serie di volti noti del mondo artistico. E attaccano le opposizioni politiche: Verdi, populisti di Afd, liberali e sinistra della Linke.
    In mezzo a questa nuova tempesta, finisce quasi sullo sfondo la sorte di Jan Boehmermann, che ora vive sotto scorta. Il comico rischia fino a 5 anni di carcere. Ma la Faz assicura: "in Germania nessuno deve temere il giudizio di un tribunale tedesco". 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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