Oggi c'è un via vai di turisti a caccia delle tracce della Guerra Fredda, tanta oleografia sulla cortina di ferro e un piccolo museo, di grande valore, che racconta le fughe dei tedeschi orientali. I circa 5 mila che ci riuscirono.
Ma 25 anni fa, il 22 giugno del 1990, veniva chiuso, in uno dei siti attualmente più visitati di Berlino, il noto Checkpoint Charlie: uno dei luoghi di passaggio, blindati da militari armati, fra la Berlino ovest e la Berlino est. Erano gli anni in cui la capitale soggiaceva alla presenza del Muro, che la mantenne divisa fra il 13 agosto 1961 e il 9 novembre 1989. E qui avveniva il passaggio di stranieri e diplomatici della Repubblica federale, che volessero entrare nella DDR.
Il nome viene dall'alfabeto fonetico della Nato, era il 'checkpoint C', e veniva appunto controllato dagli americani: entrò in funzione già nel 1945, ma divenne famoso col Muro. Giunti sul posto ti avvertiva un cartello, in più lingue, le cui parole pure sono divenute emblematiche: "You are leaving the american sector". Quartiere Mitte: per arrivare al Checkpoint Charlie basta percorrere la notissima Friedrichstrasse. Non era il solo passaggio fra le due città "nemiche" (già il 23 agosto del '61 questi erano stati ridotti da ottantuno a sette), ma divenne presto il più noto. Fu qui, ad esempio, che nell'ottobre dell'anno della costruzione del muro, si assistette al "fronteggiamento dei carri armati", delle due grandi potenze mondiali. E nell'agosto del 1962, i berlinesi e il mondo intero presero atto della crudezza di quella divisione in settori: quando Peter Fechter, un muratore di 18 anni, colpito da proiettili alle spalle e al ventre mentre tentava di fuggire con un collega, che invece riuscì nell'impresa, fu lasciato morire dissanguato a terra. Saltato il primo reticolato, il ragazzo rimase gravemente ferito ai piedi della seconda barriera.
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