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Oxfam, divario ricchi-poveri vanifica lotta a povertà

Oxfam, divario ricchi-poveri vanifica lotta a povertà

Rapporto,da 2009 miliardari raddoppiati,ma 805 mln soffrono fame

ROMA, 29 ottobre 2014, 19:47

Redazione ANSA

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Oxfam, divario ricchi-poveri vanifica lotta a povertà - RIPRODUZIONE RISERVATA

Oxfam, divario ricchi-poveri vanifica lotta a povertà - RIPRODUZIONE RISERVATA
Oxfam, divario ricchi-poveri vanifica lotta a povertà - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il crescente divario tra ricchi e poveri vanifica la lotta alla povertà estrema. E' la tesi che emerge dal Rapporto sulla diseguaglianza economica globale di Oxfam, la rete di 17 Ong che lavorano con 3.000 partner in più di 100 paesi del mondo.  Dal 2009, si sottolinea nel rapporto diffuso oggi, il numero di miliardari nel mondo è più che raddoppiato, mentre 805 milioni di persone ancora soffrono la fame. Perfino in Africa, dove nella regione sub-sahariana, accanto a 358 milioni di persone in povertà estrema, prosperano 16 miliardari. Se il continente continuerà a crescere agli attuali ritmi, sottolinea il rapporto, ci vorranno più di 60 anni per portare la povertà al di sotto del 3%, nonostante che Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale - sottolinea ancora l'Oxfam tramite Oxfam Italia -si propongano di raggiungere questo obiettivo tra 15 anni.

Il trend descritto nel rapporto continua, tanto che tra il 2013 e il 2014, le 85 persone più ricche al mondo hanno nel loro insieme aumentato il loro patrimonio di 668 milioni di dollari al giorno. Ma per Oxfam la disuguaglianza non stimola la crescita, bensì rappresenta ''un ostacolo al benessere dei più. Finché i Governi del mondo non agiranno per contrastarla, la spirale della disuguaglianza continuerà a crescere, con effetti corrosivi sulle istituzioni democratiche, sulle pari opportunità e sulla stabilità globale''. Nel mondo, si legge ancora nello studio, 7 persone su 10 vivono in Paesi in cui il divario tra ricchi e poveri è maggiore di 30 anni fa. In India per esempio, dove pur si sono ridotti i livelli di povertà assoluti negli ultimi vent'anni, l'analisi evidenzia che se il governo indiano riuscisse ad arrestare il recente aumento della disuguaglianza nei prossimi cinque anni, salverebbe dalla povertà altri 90 milioni di persone.

Anche in Italia, secondo dati Ocse, da metà degli anni '80 fino al 2008 la disuguaglianza economica è cresciuta del 33% (dato più alto fra i paesi Ocse, la cui media è del 12%). Al punto che oggi l'1% delle persone più ricche detiene più di quanto posseduto dal 60% della popolazione, mentre dal 2008 a oggi gli italiani in povertà assoluta sono quasi raddoppiati fino ad arrivare a oltre 6 milioni.   Ma per Oxfam porre l'attenzione sulla crescita della disuguaglianza estrema non significa puntare il dito contro i più ricchi, ma stimolare i leader globali a mettere in atto politiche efficaci per dare ai più poveri maggiori opportunità.

"Dal FMI a Papa Francesco, dal Presidente Obama al World Economic Forum - continua Winne Byanyma - emerge un sempre maggior consenso al fatto che la disuguaglianza è una sfida cruciale dei nostri tempi e la mancanza di azione è economicamente e socialmente dannosa. Solo l'1,5% delle super-ricchezze basterebbe per garantire istruzione e sanità a tutti i cittadini dei paesi più poveri". Tra le raccomandazioni delineate da Oxfam, la necessità che gli Stati promuovano politiche tese a garantire un salario minimo dignitoso, a ridurre il divario tra le retribuzioni di uomini e donne, ad assicurare reti di protezione sociale e accesso a salute e istruzione gratuite per i loro cittadini.  L'accesso a servizi essenziali è infatti ritenuto fondamentale per rompere il ciclo della povertà tra le generazioni. 
   

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