Una nuova autoimmolazione, la seconda in meno di un mese, per un tibetano che protestava contro quella che ritiene l'occupazione cinese del Tibet. Secondo quanto raccontano fonti tibetane, un uomo di 42 anni, Kunchok, si è dato fuoco dinanzi alla stazione di polizia di Gade (Gande in cinese), nella contea di Gokog (Guoluo), nella provincia cinese del Qinghai. L'episodio è avvenuto lo scorso 16 settembre, ma la notizia si è diffusa solo ora per le difficoltà di far circolare informazioni al di fuori di una zona dove la presenza di polizia cinese è nutrita. L'uomo, padre di un monaco e di una monaca, è sopravvissuto al suo gesto, anche se è ricoverato in gravi condizioni in ospedale, dove spesso si rammarica con chi va a visitarlo, di non essere riuscito a morire.
Quello di Kunchok è il 133mo gesto del genere dal 2009. Un giorno dopo l'autoimmolazione di Kunchok, un giovane di 22 anni si diede fuoco (la notizia era stata già diffusa) dinanzi ad un posto di polizia nella provincia del Gansu. Il giovane, Lhamo Tashi, urlava slogan anti cinesi mentre veniva avviluppato dalle fiamme ed è morto in ospedale il 21 settembre.
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