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L’allarme di Antoine Vitkine: "L’Europa è in pericolo"

L’allarme di Antoine Vitkine: "L’Europa è in pericolo"

07 maggio 2017, 15:56

Redazione ANSA

ANSACheck

Beppe Grillo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Beppe Grillo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Beppe Grillo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giornalista e scrittore francese Antoine Vitkine ha voluto fare la stessa operazione di approfondimento e ricerca sulla crescita dei partiti populisti in Europa. Il suo documentario “Populisme, l’Europe en danger” (Populismo, l’Europa in pericolo) è stato girato nel 2013 e pubblicato in aprile 2014 sul canale franco-tedesco ARTE. Il giornalista ha incontrato Marine Le Pen in Francia, Beppe Grillo in Italia, Geert Wilders in Olanda e Viktor Orban in Ungheria per spiegare le motivazioni per cui tali dirigenti di partito abbiano trovato un sempre maggiore riscontro negli elettori e, soprattutto, per capire quale sia la loro direzione nelle politiche nazionali ed europee. Ognuno di questi leader, nel film di Vitkine, afferma di parlare per il popolo.

"Sono fiero di essere un populista insieme a voi", dice al microfono Beppe Grillo davanti alla folla dei suoi sostenitori. Se il populismo "è la difesa del popolo per il popolo, allora anch’io sono populista", rivendica Marine Le Pen, in un’intervista all’interno del lavoro di Vitkine, che analizza i discorsi e le modalità di questi partiti e movimenti la cui ascesa coincide con gli anni della crisi economica.

L'idea di populismo che emerge da 'Populisme, l’Europe en danger' è un sistema di pensiero basato sull’idea che i cittadini abbiano sempre ragione perché costituiscono il popolo, che l’élite sia necessariamente sbagliata. Emerge, soprattutto, una modalità dottrinale di adesione a un’ideologia che ha pochi e semplici argomenti cardine sui quali fonda la propria ragion d’essere – giustizialismo, contrasto dell’immigrazione, opposizione alle politiche dell’establishment, antieuropeismo -, che si immedesima nella frustrazione del cittadino comune su problematiche quotidiane, quale ad esempio la disoccupazione, ponendosi come vittima del sistema e dichiarando la volontà di mandare "tutti a casa", di portare i cittadini comuni al potere oppure di ripristinare il vecchio sistema, facendo tabula rasa delle istituzioni politiche e amministrative esistenti.

In Italia, il regista intervista esponenti dell’opposizione e parlamentari fuoriusciti del Movimento 5 Stelle, contrapponendo la concezione della politica intesa come arte della mediazione alla dichiarazione di Beppe Grillo di essere "oltre il compromesso", la democrazia parlamentare rappresentativa alla democrazia diretta tramite l'uso della tecnologia messa in atto dal movimento e facendo leva sulle speranze di una popolazione scontenta e sulla semplificazione della realtà. Antoine Vitkine, che già nel titolo ha espresso il suo orientamento rispetto alla questione, si domanda quale reale alternativa possano costituire i partiti populisti e quanto la mancanza di una dialettica costruttiva possa modificare realmente in meglio la vita dei cittadini in Europa. E il messaggio che vuole trasmettere al pubblico è che i leader populisti, pur mostrandosi come paladini della democrazia, stanno costruendo un pensiero unico che censura tutto ciò che rappresenta valori e ideali opposti a quelli che si è deciso di imporre. In poche parole: un totalitarismo.

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