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Il circo mediatico: erano in due

Il circo mediatico: erano in due

08 novembre 2014, 11:48

Redazione ANSA

ANSACheck

Giampaolo Balestrini con Achlle Occhetto alla Bolognina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giampaolo Balestrini con Achlle Occhetto alla Bolognina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giampaolo Balestrini con Achlle Occhetto alla Bolognina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una delle cose che fa forse maggiore impressione sul cambiamento del modo di fare e di raccontare la politica è la copertura giornalistica di quell'evento. Oggi siamo abituati a vedere torme di telecamere inseguire e assediare personaggi politici che a volte dicono cose di cui l'indomani non si ricorderà più nessuno. I giornalisti che assistono alla svolta della Bolognina sono due: Walter Dondi, che all'epoca raccontava la politica locale per l'Unità e Giampaolo Balestrini, giovane praticante dell'ANSA.

Che forse non capiscono di essere di fronte alla storia. Ma sicuramente capiscono al volo che sono davanti ad una notiziona e dopo la cerimonia avvicinano Occhetto perché vogliono saperne di più, vogliono sapere cosa ha realmente in testa il segretario del Pci, al di là di quelle parole così composte ed enfatiche.

"Segretario - chiedono con una certa insistenza, sfidando più volte la sua ritrosia - cosa lasciano presagire le sue parole". "Lasciano presagire tutto", risponde secco lui. "Lasciano presagire anche un cambio del nome?". "Scrivete che lasciano presagire tutto". La svolta della Bolognina si è compiuta così.

"Io capii - racconta Dondi - che quelle parole avevano un significato e per questo andammo a chiedere ad Occhetto cosa quelle parole lasciassero veramente presagire". Il giorno dopo l'Unità aprì la propria prima pagina con il nuovo primo ministro della Repubblica democratica tedesca. In taglio basso, il pezzo di Dondi con un titolo quantomai prudente: l'Unità, il cui direttore era Massimo D'Alema, era l'organo ufficiale del Partito comunista italiano e certo non poteva permettersi di titolare a tutta pagina una mezza frase strappata al segretario che avrebbe potuto cambiare per sempre la storia del partito e della sinistra italiana.

"Noi - dice Giampaolo Balestrini - scegliemmo di raccontare esattamente come erano andate le cose, una cronaca asciutta di quei fatti. Io ero stato assunto all'Ansa da dodici giorni ed ebbi la fortuna di trovarmi davanti ad una svolta che solo dopo abbiamo capito essere storica".

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