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L’uomo che volle farsi Dio

L’uomo che volle farsi Dio

ROMA, 13 luglio 2014, 13:35

Redazione ANSA

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L 'ara di Cesare - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'ara di Cesare - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'ara di Cesare - RIPRODUZIONE RISERVATA

Darius Arya ha gli occhi di un cerbiatto e la pelle olivastra dei suoi avi persiani. Archeologo, direttore dell’American Institute for Roman Culture, star su Twitter e ospite fisso di trasmissioni di successo su History Channel e National Geographic, vive a Roma da 15 anni. Il paragone con Indiana Jones (d’altra parte è americano) viene naturale, visto e considerata l’immagine che si ha degli archeologi tradizionali. Il Foro romano lo conosce, ovviamente, come il tinello di casa sua.

«Quando si va ai Fori - racconta Darius - lo si fa per mettersi sulle orme della storia e, per darle un senso, la cosa migliore è puntare sui passaggi fondamentali dell’avventura di Roma antica. Cesare e Augusto sono delle tappe obbligate. Cesare, oltre che dal punto di vista politico, cambiò l’Urbe anche dal punto di vista architettonico, avviando la costruzione del suo Foro e spostando i rostra. Ma di questo furore rimane poco: le sue opere vennero sì terminate da Augusto, ma vennero pure rimaneggiate, e poi in seguito cambiate, distrutte o abbandonate. Ecco allora che il tempio di Cesare serve per fermarsi e riflettere sulla sua figura: è una persona che aveva una marcia in più, che è riuscito a compiere un balzo in avanti rispetto a tutti gli altri uomini del Senato. Tanto da diventare divo. Un dio».

Ecco, su questo punto Cesare potè contare sul suo buon stellone. Letteralmente. «Durante la costruzione del suo tempio avvenne il passaggio della cometa di Halley. Che fu subito vista come l’anima di Cesare che saliva a far parte degli dei, prova provata del suo essere sovra-umano».

E poi l'uomo non è ricordato solo per i successi militari. Oratore, scrittore, astronomo, crittografo (suo uno dei primi 'codici' per comunicare in segretezza), fine compositore di leggi, poliglotta. Non c'è nulla in cui si sia cimentato che non abbia eccelso. Quasi snervante. Insomma, un percorso strabiliante che portò Cesare e divenire forse il più grande di tutti i romani, di certo riconosciuto come tale e che, ancora al giorno d’oggi, può vantare legioni di seguaci. Oltre la morte, oltre i confini geografici, persino oltre le grandi religioni che vennero dopo di lui. Caio Giulio Forever.

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