C'è "interesse per i pir
alternativi da parte di investitori private e istituzionali ma è
importante ricordare che trattandosi di strumenti 'chiusi', che
vincolano il capitale, richiedono una conoscenza di un certo
livello da parte dell'investitore, all'interno di un processo di
consulenza di gestione del portafoglio. Ritengo che possano
rappresentare un 10-15% del portafoglio". Lo sottolinea Massimo
Mazzini, responsabile Marketing e Sviluppo Commerciale di
Eurizon, alla tavola rotonda online di Assogestioni "La
ripartenza passa dalla liquidità: un match tra incertezza e
voglia di crescita".
"I Pir alternativi sono una risposta alla necessità di
investimento della liquidità in eccesso così come i pir
ordinari, ma rispetto a questi ultimi prevedono l'investimento
in società non quotate e di piccola capitalizzazione" ricorda
Mazzini che rileva come rappresentino "una fonte di
finanziamento e capitale di rischio per questa tipologia di
imprese".
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