"Ritengo che la soluzione non sia
limitare l'uso di Airbnb, bisogna trovare delle condizioni di
convenienza per la proprietà, non solo di natura economica, ma
anche incentivi fiscali, per non sguarnire la locazione
tradizionale a vantaggio di quella temporanea. Occorre
riflettere coinvolgendo le associazioni dei proprietari
immobiliari per convincerli a non fare una scelta esclusivamente
economica che potrebbe poi penalizzare la città, nella
prospettiva di medio termine, con un impatto anche sui valori
degli immobili". Lo ha detto Andrea Dondi, amministratore
delegato di Nomisma, a margine dell'ottava convention di
Confabitare, associazione di piccoli proprietari immobiliari,
organizzata all'Hotel Savoia Regency di Bologna.
Un momento di riflessione per i partecipanti che hanno
analizzato anche il ruolo, per gli affitti, della piattaforma
online Airbnb. "Una fetta sempre più consistente di offerta - ha
spiegato Dondi - si rivolge ai turisti per ragioni di
redditività. Una parte di chi sceglie questo servizio sono
proprietari che avevano deciso di non mettere in affitto il loro
immobile, una parte invece la scelgono come sostituzione del
metodo tradizionale. Sicuramente c'è un aspetto legato alla
sicurezza: non ci sono rischi di morosità, o sono molto
contenuti; c'è un tema di restituzione della casa dopo la
locazione, più il tempo è breve meno rischi ci sono per gli
spazi; c'è anche l'aspetto fondamentale legato al rendimento: si
ottiene mediamente dall'affitto, se si mette in locazione
l'immobile tutti i giorni, tre volte quello che si ottiene dal
mercato tradizionale. Non si può avere una saturazione del 100%
del tempo con la formula degli affitti brevi, però - ha concluso
- anche con i tassi di saturazione nell'ordine del 60-65%, si ha
un rendimento su base annua che è doppio rispetto a quello che
si ottiene da una locazione tradizionale a canone concordato".
Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare, ha fatto
poi un approfondimento sui numeri della città di Bologna. "In
questi anni - ha precisato - il mercato bolognese si è
appoggiato alla piattaforma: al 31 dicembre del 2016, in città,
i bed&breakfast erano 300, al 31 dicembre 2017 sono arrivati a
3mila, oggi siamo già a 4mila. E' un mercato un po' drogato', ci
sono già alcuni proprietari che stanno pensando alla locazione
tradizionale perché Airbnb causa troppo impegno alle famiglie".
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