Il mercato immobiliare in Italia
vale il 19,1% del Pil, rispetto a un valore che in media in
Europa si ferma al 17,8%. Il settore conta circa 800 mila
imprese che impiegano 1,8 milioni di persone e ha visto crescere
l'interesse degli investitori esteri: "Oltre 28 miliardi di euro
investiti dal 2010, di cui il 42% per cento a Milano, in genere
attraverso strumenti quotati". A fare il punto sull'andamento
delle attività immobiliari in Italia è il presidente di Sidief,
Mario Breglia, in occasione del convegno 'Real estate,
responsabilità e impegno sociale nel pubblico e nel privato',
nella sede milanese della Banca d'Italia. "Il mondo immobiliare
– aggiunge - sta attraversando una costante e rapida evoluzione,
legata ai cambiamenti che si stanno realizzando nelle modalità
di lavorare, abitare, consumare".
"Da settore a forte vocazione artigianale - spiega Breglia -
si sta spostando verso una crescita dimensionale delle aziende,
che, sia per decisione interna che per vincoli normativi,
significa anche maggiore trasparenza e compliance. Una forte
spinta è venuta dalle Sgr immobiliari e in generale dalla
crescita dei fondi immobiliari, che oggi hanno un patrimonio
superiore a 50 miliardi di euro. Poi le Siiq e le fondazioni
bancarie".
L'immobiliare, "spesso attaccato e sprofondato nella crisi
passata, è un settore che svolge un ruolo importante per il
Paese, soprattutto per Milano, che è il centro degli
investimenti diretti dall'estero", sottolinea il direttore della
sede di Milano della Banca d'Italia, Giuseppe Sopranzetti. Sul
fronte dell'etica e della responsabilità sociale, "il bilancio
per il settore è positivo", sostengono i relatori intervenuti al
convegno, evidenziando la necessità che "la compliance divenga
sempre più centrale nelle strategie aziendali e che venga
proseguito e potenziato il percorso di crescita culturale già
avviato, coinvolgendo una platea di operatori quanto più̀ estesa
possibile".
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