Il mercato immobiliare italiano si
sta lentamente avvicinando al punto di svolta anche se il
dinamismo delle compravendite non ha ancora trainato i prezzi.
E' quanto risulta dalla nuova indagine congiunturale di Nomisma
nella quale si precisa che i mercati intermedi - a differenza di
quelli metropolitani- nell'ultimo anno hanno fatto registrare un
rallentamento del trend di recupero, sia dei prezzi di
compravendita (in media -1,2% la variazione 2017-2018 per il
nuovo e -2% quella dell'usato) che dei canoni di locazione.
Il ritorno della domanda e la stabilizzazione dell'offerta
hanno permesso un lento ritorno a una condizione di liquidità,
che ha tra l'altro determinato la riduzione dei tempi medi di
vendita (fenomeno iniziato debolmente nel 2014 per le abitazioni
e nel 2015 per negozi e uffici).
Per Nomisma "al dinamismo delle transazioni non ha fatto
riscontro un'analoga tendenza dei valori che hanno, invece,
continuato a flettere anche nei primi mesi del 2018".
Eccezione nel mercato corporate dove la consistente presenza
di investitori stranieri consente di sopperire all'inadeguatezza
della componente domestica con 7,6 miliardi di euro di
investimenti esteri in Italia nel 2017.
Per Nomisma, la perdita di potere contrattuale delle famiglie e
le diseguaglianze tra gruppi sociali si riflettono in
un'accentuata segmentazione della domanda abitativa con "la
precarietà delle prospettive di rendimento associata alla
gravosità del carico fiscale e alla erosione della ricchezza
immobiliare che negli ultimi anni ha indotto i risparmiatori a
privilegiare altre forme di impiego".
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