La dinamica negativa dell'indicatore
di fiducia dei consumatori esprime il deterioramento del clima
economico (da 101,9 a 99,4), di quello personale (da 94,6 a
93,7) e, soprattutto, di quello futuro (l'indice cala da 97,2 a
93,9). Il clima corrente, invece, registra un lieve incremento
(l'indice sale da 96,0 a 96,2).
Con riferimento alle imprese, spiega l'Istat, l'indice di
fiducia si riduce in tutti e quattro i comparti economici
indagati, seppur con intensità diverse: nelle costruzioni, nel
commercio al dettaglio e nei servizi di mercato si registrano i
cali più consistenti (rispettivamente da 105,7 a 103,4, da 104,5
a 103,0 e da 100,7 a 99,5); nella manifattura la diminuzione è
più contenuta (l'indice scende da 88,4 a 87,6).
Quanto alle componenti degli indici di fiducia dei comparti
economici, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli
ordini sia le attese sul livello di produzione; le scorte sono
giudicate in decumulo. Nelle costruzioni tutte le componenti si
deteriorano.
Passando al comparto dei servizi di mercato, un peggioramento
dei giudizi sugli ordini si unisce ad un'evoluzione positiva
delle opinioni sull'andamento degli affari; le attese sugli
ordini rimangono stabili rispetto allo scorso mese. Con
riferimento al commercio al dettaglio, le vendite sono giudicate
in miglioramento mentre le relative attese diminuiscono; si
stima un accumulo delle scorte di magazzino.
In base alle valutazioni fornite dagli imprenditori del
comparto manifatturiero e dei servizi di mercato sulla
variazione della spesa per investimenti nel 2024 rispetto al
2023, emerge un'evoluzione positiva degli investimenti nel 2024.
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