L'Inps nella circolare con la quale
dà le istruzioni sulla misura spiega che l'elevazione
dell'indennità riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti
mentre ne restano escluse tutte le altre categorie di lavoratori
autonomi, iscritti alla gestione separata, ecc). La norma "non
aggiunge un ulteriore mese di congedo parentale indennizzato, ma
dispone l'elevazione dell'indennità al 60% della retribuzione
(80% per il solo anno 2024) per un ulteriore mese dei tre
spettanti a ciascun genitore e non trasferibili all'altro".
La previsione normativa della legge di Bilancio 2024
interessa esclusivamente i genitori che terminano (anche per un
solo giorno) il congedo di maternità o, in alternativa, di
paternità successivamente al 31 dicembre 2023. Sono, quindi,
esclusi tutti i genitori che abbiano concluso la fruizione del
congedo di maternità o di paternità al 31 dicembre 2023. Questo
non è una condizione per il diritto all'elevazione
dell'indennità di congedo parentale per un mese ulteriore, bensì
un termine iniziale di decorrenza della nuova disposizione.
Il mese va fruito entro i 6 mesi di età del bambino o
dall'entrata in famiglia ma comunque non dopo il compimento
della maggiore età. L'ulteriore mese indennizzato al 60% della
retribuzione (80% per il solo anno 2024) è uno solo per entrambi
i genitori e può essere fruito in modalità ripartita tra gli
stessi o da uno soltanto di essi.
I successivi periodi di congedo parentale, da fruire entro i
12 anni di età del figlio, sono indennizzati al 30% della
retribuzione, fino al raggiungimento del limite di 9 mesi
(comprensivo del mese indennizzato all'80% e del mese
indennizzato al 60%, 80% per il solo 2024). Ogni genitore ha
diritto a tre mesi indennizzabili (periodo non trasferibile
all'altro genitore). Entrambi i genitori hanno diritto anche a
un ulteriore periodo indennizzabile della durata complessiva di
3 mesi, fruibile anche in modalità ripartita tra i genitori, nei
limiti individuali del singolo genitore e nel limite di coppia
di 9 mesi indennizzabili.
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