Dopo "una crescita 2023 che è pari al
doppio di quella media dell'Eurozona" perquest'anno ed il
prossimo "due fattori potranno sostenere ancora la crescita
italiana su ritmi significativi. Il primo è il taglio dei tassi
di interesse da parte della Bce", "il secondo driver di crescita
nel biennio di previsione è l'attuazione del Pnrr". Ma "a fronte
di questi due potenti stimoli alla crescita ci sono viceversa
vari fattori che tenderanno a frenare il Pil italiano" e
"chiaramente ciò significa anche - rileva il centro studi di via
dell'Astronomia, diretto da Alessandro Fontana - che ci sarebbe
spazio nel 2024-2025 per una crescita economica ancora più forte
di quella oggi prevedibile".
"Primo freno, il costo dell'elettricità pagato dalle imprese
resta più alto in Italia rispetto ai principali paesi Ue e anche
rispetto agli altri grandi competitor internazionali come Usa e
Giappone. Tutto ciò crea uno svantaggio competitivo per le
imprese italiane". Servono "una riforma del mercato elettrico e
una maggiore quota di rinnovabili"
Secondo freno: la frenata sul superbonus. "Le costruzioni ad
uso residenziale, in termini di valore aggiunto e quindi di
contributo al Pil, dovrebbero risentire fortemente di tale
prevista riduzione degli incentivi, già nel 2024 e in misura
ancora maggiore nel 2025". E' stimato in "2,4 punti percentuali
in 4 anni" l'impatto del superbonus sul Pil negli anni passati.
Terzo freno: "le strozzature mondiali nei trasporti e il loro
impatto negativo per l'industria italiana. Il tema della
sicurezza dei trasporti non riguarda solo il Mar Rosso, snodo
cruciale dello scambio di merci tra Europa ed Asia, ma anche
numerose altre fragilità lungo le rotte internazionali di
trasporto, per esempio nello stretto di Malacca (in Asia) e nel
canale di Panama (in America). In Italia, più della metà dei
volumi di merci in entrata arriva via mare e le navi trasportano
il 42% delle quantità esportate. Diverse criticità, inoltre, si
hanno anche nelle rotte regionali dei trasporti, che sono per lo
più via terra: per l'Italia in particolare lungo l'arco alpino,
per le connessioni con gli altri paesi Ue.
Nello scenario per l'economia italiana delineato dal Csc, gli
investimenti fissi sono attesi "in modesta crescita", sono
deboli i consumi delle famiglie (+0,2% nel 2024), le
esportazioni "dopo la quasi stagnazione del 2023 torneranno a
crescere a un ritmo più marcato" sebbene ancora inferiore a
2021 e 2022, l'occupazione "avanzerà ad un ritmo di poco
inferiore a quello del Pil". Il debito pubblico è stimato in
risalita al 139,1% del Pil nel 2024.
Nello scenario globale "l'economia si manterrà su un sentiero
di espansione anche se a ritmi moderati" ma non mancano "rischi
al ribasso" legati alle tensioni geopolitiche ed ai conflitti
militari.
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