"Le bevande analcoliche sono
espressione del Made in Italy nel mondo, non solo cole,
aranciate, chinotti, toniche, the freddi ma anche bevande della
tradizione locale che portano un po' della nostra cultura
all'estero, ricette con un fortissimo legame territoriale
prodotte da aziende piccole che rappresentano un'eccellenza da
tutelare". Lo ha dichiarato Cristina Camilli, vicepresidente di
Assobibe (Associazione italiana industria bevande analcoliche),
Intervenendo oggi al convegno "Le bevande in Italia: tematiche e
tendenze", organizzato da Agronetwork al Vinitaly.
"Il 50% di frutta e agrumi utilizzati nelle nostre ricette-
ha aggiunto- è di provenienza nazionale, così come la quasi
totalità del packaging. Una scelta che per noi è un valore
aggiunto, tanto che nel 2021 abbiamo siglato un accordo con il
ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali per
la promozione delle produzioni made in Italy". L' associazione
ricorda che sul comparto grava l'ombra della Sugar tax, la tassa
sullo zucchero che si applica solo alle bevande analcoliche,
anche quando prive di zucchero. Secondo Camilli, se l'imposta
dovesse entrare in vigore a luglio, "aumenterà di oltre il 28%
la fiscalità su un litro di prodotto, con un impatto sul settore
e sui consumatori importante". La vicepresidente di Assobibe
osserva inoltre che "Nomisma ha stimato che nei primi due anni
dall'introduzione si registrerà un'importante contrazione degli
investimenti delle imprese produttrici, oltre 46 milioni in
meno,, ma la cosa più rilevante sarà la riduzione negli acquisti
di materie prime, -400 milioni e gli oltre 5mila posti di lavoro
a rischio".
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