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Agroalimentare: Unterberger, contrastare il falso made in Italy

Agroalimentare: Unterberger, contrastare il falso made in Italy

ROMA, 12 aprile 2024, 11:25

Redazione ANSA

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"Hanno ragione gli agricoltori a protestare contro le distorsioni del sistema agroalimentare.
    Prodotti alimentari per un valore complessivo di 65 miliardi di euro negli ultimi 10 anni sono stati importati in Italia e poi venduti come Made in Italy, solo perché l'ultimo passaggio della trasformazione è stato fatto in Italia. Pomodori San Marzano trasportati dall'Olanda a Verona, il pane pugliese prodotto a Praga e destinato proprio alla Puglia, per non dire del trasporto di animali vivi che giungono in Italia solo per la macellazione e vengono poi venduti come carni italiane". A sottolinearlo in una nota è la Presidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger.
    "Tutto questo - aggiunge - non è solo un danno per gli agricoltori, ma è anche una presa in giro dei consumatori, un colpo all'ambiente e spesso una grande sofferenza per gli animali. Inoltre, molte volte, gli alimenti importati dall'estero contengono sostanze vietate in Italia".
    "Tutto questo - osserva - è la riprova che i costi dei trasporti sono ancora troppo bassi e non tengono conto dei costi per l'ambiente. Con il Green Deal l'Europa prova a sostenere le produzioni a km zero, il biologico e tutto quello che può mitigare l'effetto ambientale dell'industria agroalimentare. Se davvero lo vuole fare, deve modificare la nozione di 'ultima trasformazione' nella legge doganale: Made in Italy deve significare che tutta la produzione è stata fatta in Italia e non solo l'ultimo passaggio". "L'etichettatura deve essere più rigorosa e indicare la provenienza degli alimenti. Se si vuole raggiungere la cosiddetta sovranità alimentare, in tutti i grandi luoghi della ristorazione pubblica come le mense scolastiche e gli ospedali si devono acquistare prodotti a km zero anche se costano di più. Tramite gli acquisti pubblici - conclude - deve essere compensato il dumping dei generi alimentari provenienti dell'estero e solo fintamente italiani".
   
   

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