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>>>ANSA/ I dipendenti, 'Santanchè sapeva della truffa sulla Cig'

>>>ANSA/ I dipendenti, 'Santanchè sapeva della truffa sulla Cig'

Pm: "rimborsi fittizi come compensi". Attese mosse della difesa

MILANO, 25 marzo 2024, 19:50

Redazione ANSA

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(di Igor Greganti e Francesca Brunati) Non solo in quel periodo, dal "31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022", ad amministrare Visibilia Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano Daniela Santanchè e il compagno Dimitri Kunz, ma entrambi, assieme a Paolo Concordia, "collaboratore esterno", sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto "indebitamente" la cassa integrazione in deroga "a sostegno delle imprese colpite dagli effetti" della pandemia Covid.
    Ne è convinta la Procura di Milano che, a riscontro delle accuse mosse nell'imputazione di truffa aggravata ai danni dell'Inps, relativa al primo filone del caso Visibilia appena chiuso, ha raccolto le parole a verbale dei dipendenti, i quali avrebbero confermato che la ministra del Turismo sapeva: era a conoscenza del fatto che loro stavano continuando a lavorare, mentre l'istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore, "direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società". In particolare, come si legge nell'atto di chiusura delle indagini dell'aggiunto Pedio e dei pm Gravina e Luzi, condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, oltre 36mila euro "a vantaggio della Visibilia Editore", per sette dipendenti, e quasi 90mila euro a favore della Concessionaria su sei lavoratori.
    A Santanchè, così come agli altri due indagati (per le società c'è la responsabilità amministrativa degli enti), viene contestato di aver "dichiarato falsamente" che quei dipendenti fossero in cassa "a zero ore", quando invece svolgevano le "proprie mansioni" in "smart working", come Federica Bottiglione, l'ex manager che con la denuncia ha fatto scattare le indagini. La senatrice di Fdi, per i pm, sarebbe stata a conoscenza anche delle integrazioni che venivano date per compensare le minori entrate della Cig rispetto a quelle dello stipendio pieno: una "differenza", scrivono i pm, che sarebbe stata corrisposta con "finti rimborsi per 'note spese' e 'spese di viaggio' annotate nel Libro Giornale delle società e omesse nel Libro Unico del Lavoro (sezione buste paga)". Rimborsi fittizi che sarebbero stati effettuati tramite "bonifici". Il fine era sempre "occultare" la "attività effettivamente prestata".
    In più, ai tre viene contestato, nei casi "di cassa integrazione dei giornalisti", di aver fatto "risultare nel Libro Unico del Lavoro, la retribuzione decurtata delle giornate indicate dall'azienda come sospese", ovvero sei giorni al mese, mentre invece erano "occupati a tempo pieno". Intanto, i legali di Santanchè, che ha sempre respinto le accuse dando per "acquisita agli atti la mia estraneità a ogni decisione societaria relativa alle modalità della messa in cassa integrazione", hanno avuto accesso alle carte depositate. E così la difesa nei prossimi giorni potrà valutare se chiedere l'interrogatorio o consegnare una memoria difensiva.
    Prima della richiesta di processo su questo capitolo, arriverà comunque nei prossimi giorni un'altra chiusura indagini, quella sul presunto falso in bilancio su Visibilia, che vede la ministra indagata con Kunz, la sorella ed altri. Nel frattempo, per definire pure l'ultimo filone del "pacchetto Visibilia", con un ordine di esibizione è già stata raccolta la documentazione bancaria relativa ai flussi di denaro che riguardano la compravendita della villa di Forte dei Marmi di proprietà di Francesco Alberoni acquistata, quando il sociologo era ancora in vita, da Kunz e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, per 2 milioni e 450 mila euro.
    Villa che i due hanno rivenduto in un'ora all'amico imprenditore Antonio Rapisarda per 3 milioni e 450 mila euro.
    Una plusvalenza che potrebbe essere in parte servita, è un'ipotesi, per tamponare la crisi del gruppo editoriale. Altri guai per la senatrice, infine, potrebbero arrivare dal fallimento di Ki Group srl, una delle società del gruppo del bio-food che l'esponente di FdI ga gentito con l'ex compagno Canio Mazzaro, il quale ora è a processo per altre vicende.
   
   

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