Sospendere gli adempimenti e i
versamenti dei contributi anche per le aziende che, "pur non
operando nelle aree sottoposte a restrizione, si avvalgono di
intermediari che risiedono in tali zone e attivare gli
ammortizzatori sociali anche per i dipendenti delle aziende non
ubicate nei Comuni interessati dal Coronavirus senza passare
dalla procedura di consultazione sindacale" prevista da una
legge del 2015. E' una delle richieste che il Consiglio
nazionale dei commercialisti ha inviato al sottosegretario al
Lavoro Francesca Puglisi e all'attenzione dell'Istituto
nazionale di previdenza sociale (Inps) per "sostenere i
professionisti e le aziende in crisi per l'emergenza
Coronavirus", dichiarando che "è necessario sospendere gli
adempimenti e i versamenti dei contributi previdenziali e
assistenziali non solo per i datori di lavoro e per i titolari
di reddito di lavoro autonomo o d'impresa che svolgono
l'attività o risiedono nei Comuni in 'quarantena', ma anche se
lì risiedono gli intermediari che effettuano gli adempimenti in
materia contributiva e assicurativa". Inoltre, per l'Ordine
occorre attivare la Cigo (Cassa integrazione guadagni ordinaria)
e il Fis (Fondo d'integrazione salariale) per eventi di forza
maggiore non solo nei Comuni interessati dalle misure urgenti di
contenimento del contagio, ma anche per i lavoratori delle
aziende collocate all'esterno di tali Comuni se colpite da
ordinanze di chiusura e limitazioni. Infine, si legge nella nota
inviata al ministero di via Veneto, "andrebbero disposte misure
straordinarie per i datori di lavoro per i quali la normativa
prevede solo l'attivazione della Cigs e andrebbero previste
forme di sostegno per le Pmi ed i lavoratori autonomi anche
tramite Fondi regionali".
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