Lavoratori pagati con i voucher per
tenere aperti i piccoli negozi di domenica. E' la proposta di
Confcommercio per consentire alle imprese familiari di reggere
alla concorrenza dei centri commerciali sempre aperti,
presentata in un'audizione alla Camera nell'ambito della
discussione dei cinque disegni di legge per la disciplina delle
aperture commerciali.
L'associazione datoriale ritiene necessaria l'estensione
dell'uso dei buoni - ora limitati ad alberghi e strutture
ricettive - anche ai negozi oltre i cinque dipendenti, almeno
nei centri turistici. La richiesta è una maggiore flessibilità
sul lavoro e incentivi alle imprese, all'interno di una nuova
regolamentazione con un numero minimo di giornate di chiusura,
fissato per legge. "Il mercato libero da solo si sbrana", ha
detto il membro della giunta di Confcommercio con delega alle
politiche commerciali, Enrico Postacchini.
Va nella direzione opposta alla flessibilità, invece, una
delle proposte illustrate, in un'altra audizione, dalla
commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni.
Questa prevede, infatti, di fissare un numero massimo di
giornate festive in cui i lavoratori possano essere in servizio.
Si tratterebbe di una svolta nella grande distribuzione dove,
secondo i sindacati, spesso è previsto il lavoro obbligatorio
per 52 domeniche l'anno. Le Regioni, così come l'Anci,
sottolineano poi che spetta allo Stato stabilire il quadro
normativo. I Comuni sostengono un ritorno alla regolamentazione,
rimessa alla potestà delle autorità locali, ma "con limiti certi
e ragionevoli e parametri di riferimento chiari".
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