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Responsabilità editoriale di Advisor
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Nonostante i flussi importanti negli ultimi 18 mesi, il settore dei private markets non è sottratto alle sfide che riguardano il mondo degli investimenti. A decarbonizzazione, demografia e deglobalizzazione si aggiunge il progresso tecnologico, in particolare la rivoluzione dell'intelligenza artificiale.
“La decarbonizzazione procederà a velocità diverse in luoghi diversi. Ci aspettiamo che genererà un filone di opportunità ricco e profondo per decine di anni a venire. L'energia e la sua produzione si stanno trasformando in modo radicale. Ci sono ancora decenni di investimenti davanti a noi” spiega Nils Rode, cio di Schroders Capital.
La transizione verso le fonti pulite non significa però solo energia rinnovabile ma anche grandi investimenti nelle infrastrutture necessarie a distribuire l'energia prodotta, oltre che interventi sugli edifici per rendere più efficiente l'utilizzo dell'energia.
“Nel settore immobiliare, a determinare il fabbisogno di capitale sarà l'aumento della domanda di edifici sostenibili adeguati a proprietari e locatari. Dato il ruolo di primo piano tradizionalmente svolto dalle banche nel finanziamento del settore immobiliare, il fatto che detto fabbisogno di capitale venga a determinarsi proprio mentre le banche si trovano a dover soddisfare requisiti patrimoniali più alti, rappresenta un'enorme opportunità per i mercati dei private asset, che possono intervenire con alternative di finanziamento sostenibili” continua Rode.
Anche demografia e deglobalizzazione avranno un impatto sui mercati privati.
“Tra le asset class fondamentali per la demografia troviamo l'immobiliare: per soddisfare la rapida evoluzione del quadro demografico saranno necessarie diverse tipologie abitative che rispondano alle esigenze delle diverse età e fasi della vita. Inoltre, se sale l'età media della popolazione, aumenta anche la spesa sanitaria del Paese, il che genera opportunità d'investimento legate alla sanità, in tutto il panorama dei private asset” precisa il cio di Schroders Capital.
“Guardando alle asset class da privilegiare in tema di deglobalizzazione vediamo in particolare il private equity indiano, che sta rapidamente maturando con un ecosistema di gestori di fondi locali in espansione. Le startup indiane sfruttano la rivoluzione digitale del Paese per rimodellare i settori, in una trasformazione che vede in prima linea i beni di consumo, i servizi finanziari e l'IT. In India sono nati più di 100 unicorni, cioè startup private valutate oltre il miliardo di dollari; questo dato colloca il Paese al terzo posto per creazione di unicorni, dopo Stati Uniti e Cina. Altra area da considerare è il debito immobiliare: reshoring, friendshoring e nearshoring necessitano di spese di bilancio per la costruzione di nuovi impianti e strutture, per esempio di immobili industriali; data la scarsa disponibilità di finanziamento del debito, in particolare per gli immobili commerciali, il settore riceve un sostegno fondamentale” riflette Rode che interviene anche sul tema della tecnologia e in particolare sul boom dell’intelligenza artificiale che secondo alcuni raggiungerà il suo apice entro il 2040-2050.
“La nuova tecnologia di frontiera che guida l'attuale ondata di intelligenza artificiale è l'intelligenza artificiale generativa. Società come OpenAI e Cohere creano la tecnologia fondamentale che tante altre startup e aziende più mature utilizzano come base per sviluppare altre nuove applicazioni. Si tratta innanzitutto di un tema per il venture capital e il growth capital, ma con il tempo, diventerà anche un tema sul fronte del private equity, per le società più mature e per gli investimenti di buyout che adottano l'intelligenza artificiale per cambiare o migliorare il proprio modello di business” conclude Rode.
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