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Responsabilità editoriale di Advisor
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Il private equity rappresenta un importante elemento di diversificazione del portafoglio per gli investitori privati. Investire in tale comparto richiede però la comprensione di alcuni rischi chiave, come l'illiquidità del mercato, ma anche una conoscenza specialistica dei percorsi di mercato.
Un modo per investire efficacemente nel private equity può essere rappresentato dalle strategie di coinvestimento, che possono aiutare ad accedere a un maggior numero di opportunità a un prezzo inferiore rispetto all'investimento in un fondo.
“I coinvestimenti offrono ai limited partner, come fondi pensione o asset manager, l'opportunità di investire direttamente nelle aziende insieme ai general partner, come le società di private equity” sottolineano gli esperti di Schroders, asset manager con una lunga esperienza nel mondo dei private equity. “Questo modo di investire può offrire una maggiore diversificazione tra gestori, settori, strategie e aree geografiche e anche un maggior grado di selettività nella valutazione delle operazioni, rispetto ad altri approcci”.
Soprattutto in tempi di crisi, i coinvestimenti hanno la possibilità di investire a valutazioni di ingresso più basse e a condizioni più interessanti. Crisi come la pandemia di Covid-19 o la guerra in Ucraina hanno avuto un impatto su diversi settori dell'economia. Ad esempio, la crisi legata alla pandemia ha accelerato molti cambiamenti nel comportamento dei consumatori, dando un forte impulso ai prodotti e ai servizi digitali, e ha anche evidenziato la resilienza dei settori della sanità e della tecnologia business to business (B2B). Questi settori offrono interessanti opportunità di crescita, anche se probabilmente a valutazioni elevate. Nel complesso, gli effetti di una crisi potrebbero rappresentare un premio strategico per le aziende isolate dalla fase di rallentamento ciclico. Le aziende solide o con qualità anticicliche saranno probabilmente molto richieste, via via che gli investitori cercano aziende in grado di isolarsi da crisi future.
“Guardando avanti, ci sono alcune caratteristiche su cui ci concentriamo nei nostri coinvestimenti di private equity. In primo luogo, cerchiamo aziende in grado di resistere alle crisi future, come le imprese "mission critical", ossia quelle che vendono un prodotto o un servizio di cui i clienti non possono fare a meno” spiegano gli esperti di Schroders. Altro elemento importante sono le PMI, che sono ben posizionate per crescere nei prossimi anni. In particolare quelle europee a conduzione familiare possano offrire maggiori opportunità di crescita. Esse possono anche apportare benefici all'economia reale e possono essere valutate in modo più interessante rispetto alle società più grandi.
“Nel settore dei buyout, le piccole e medie imprese dipendono meno dalla disponibilità di grandi pacchetti di debito e dall'ingegneria finanziaria per sostenere i rendimenti e la loro trasformazione (investimenti in nuovi sistemi e tecnologie, assunzione di nuovi dirigenti). Ciò le rende meno dipendenti dai mercati globali dei capitali e quindi meno correlate ai rendimenti di mercato” concludono da Schroders.
Gli esperti citano anche tre esempi di società che rispondono a questo scenario. E’ il caso ad esempio di Mintech, che vende un prodotto software che consente di consultare in tempo reale l'andamento dei prezzi delle materie prime che non sono scambiate sui principali indici, molto utile per le aziende alimentari per prendere decisioni interne e per negoziare con i fornitori. Easypark che è un'applicazione europea di pagamento mobile per i parcheggi pubblici e che sta ampliando l’offerta dei prodotti, ad esempio anche nei parcheggi aziendali. Infine Headfirst, piattaforma olandese di sourcing delle risorse umane basata sulla tecnologia, che aiuta nella ricerca di personale specializzate nel settore IT.
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