Dal coltivatore al responsabile degli
acquisti del semilavorato, per passare poi al certificatore e,
quindi, al confezionatore, fino all'ultimo anello della catena,
vale a dire il consumatore che fa l'acquisto. Sono gli attori
della filiera del tessile presi in esame nel corso del progetto
'Blockchain per la tracciabilità del tessile', promosso dal
ministero dello Sviluppo economico per esplorare come questa
tecnologia possa coadiuvare e proteggere il made in Italy.
Il progetto ha come finalità la realizzazione di uno studio
di fattibilità, focalizzato in primo luogo sulla filiera del
tessile, che possa costituire un modello di base per tutti i
settori del Made in Italy. Nel promuovere il programma, che si
aggiunge alle molte iniziative avviate dal Mise a supporto della
digitalizzazione del Paese, il ministero ha voluto adottare un
"approccio di ecosistema", basato sullo stretto coinvolgimento
di aziende e associazioni in modo da favorire lo scambio delle
conoscenze e lo sviluppo di sinergie tra gli attori. Con il
supporto di IBM, è stata avviata una prima fase di analisi alla
quale è seguita una sessione di progettazione cooperativa
(design thinking). A questa sessione hanno partecipato alcune
importanti aziende e associazioni della filiera del tessile, con
lo scopo di condividere gli attuali processi produttivi e le
relative problematiche, identificando le possibili soluzioni
basate sulla tecnologia blockchain.
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