Il Piemonte è al quinto posto in
Italia per numero di start up innovative, ma 3 su 4 sono molto
piccole e il loro contributo al Pil regionale è molto basso:
sono 502, finanziate dai fondatori e dai soci, godono di
agevolazioni pubbliche, ma lamentano mancanza di liquidità e di
connessioni con gli 'investitori giusti'. E' la realtà
fotografata dall'Osservatorio sulle start up innovative,
realizzato dal Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio
con Step Ricerche e presentato presso l'incubatole I3P del
Politecnico.
Le start up piemontesi operano soprattutto nell'Ict, ma non
sfruttano open data e blockchain. Anche l'e-gov non è nel mirino
degli startupper, per niente preoccupati dalle variabili di
marketing e di mercato. "Nel mondo è aumentato il bisogno di
start up perché la durata della vita delle imprese si sta
riducendo", spiega Vladimiro Rambaldi, presidente del Comitato
Torino Finanza. "Se da un lato riscontriamo un crescente
interesse del mondo finanziario, dobbiamo ancora lavorare per
far nascere nuove realtà e per attrarne dall'estero".
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