La Unocoin, la più grande
piattaforma di criptovaluta indiana, ha installato nei giorni
scorsi a Bangalore il primo sportello indiano che permette di
operare con bitcoins. Lo scrive il quotidiano Times of India.
Lo scorso febbraio, il Ministro delle finanze indiane Arun
Jatley ha vietato alle banche e alle istituzioni finanziarie
riconosciute di far parte dei network delle criptovalute, e da
allora gli indiani hanno potuto vendere o acquistare bitcoin
solo se titolari di un conto all'estero o attraverso persone
residenti all'estero che operassero per loro conto.
Il chiosco della Unocoin aggira il divieto: gli associati
alla piattaforma, e quelli iscritti alla Unodax, possono
utilizzarlo per depositare rupie, trasformandole in criptovaluta
sul proprio conto, o per prelevare contanti: seguendo le regole
in vigore per tutti gli sportelli bancari indiani, le operazioni
devono mantenersi nel range tra le 1000 e le 10.000 rupie al
giorno, in multipli di 500; dallo sportello si possono inoltre
acquistare bitcoin di altri fornitori. Altri chioschi saranno
aperti nelle prossime settimane a Delhi e a Mumbai.
Sathvik Viswanath, che ha fondato la Unocoin nel 2013, e ne è
amministratore delegato, afferma che, nonostante la messa al
bando, nel 2018 i clienti della piattaforma sono cresciuti del
17 per cento, e sono oggi un milione trecentomila; e sostiene
che il ministro Jatley ha definito la criptovaluta "non legale",
senza tuttavia definirla "illegale". Sul sito della piattaforma
si legge che la Unocoin intende "mantenere viva la comunità
della criptovaluta in tutti i modi, nel rispetto della volontà
del governo".
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