(di Paolo Verdura)
La bella stagione in arrivo e le
scorte di ancora ben al di sopra del 50% in Europa non sono
sufficienti a far calare il prezzo del metano. Venerdì scorso al
mercato di Amsterdam (Ttf) si è raggiunto un nuovo massimo dallo
scorso 6 marzo, con un rialzo del 3,75% a 27,03 euro al
megawattora (MWh) sulla chiusura del giorno prima.
Alla base di questa fiammata di fine stagione c'è la maggior
richiesta di gas in Asia, a causa degli aumenti del carbone
registrati nelle ultime settimane, proprio mentre i prezzi del
gas scendevano. Una dinamica favorevole che si era innescata in
Europa grazie anche alla regolarizzazione degli
approvvigionamenti: in primis grazie alla riduzione delle
importazioni da gas russo scese dal 40% del 2021, con oltre 150
miliardi di metri cubi, ai 43 miliardi di metri cubi del 2023
(8%), con l'azzeramento previsto dall'Ue al 2027.
A spingere sui consumi di gas in Asia - spiegano gli esperti
- le minori emissioni di Co2, che secondo gli analisti generano
risparmi in termini di certificati verdi per l'industria. Per
questa ragione proprio in Asia gli analisti prevedono un aumento
di energia termoelettrica prodotta con il gas, e questo
continuerà inevitabilmente a influenzare la domanda.
La situazione comunque per ora resta sotto controllo. I
prezzi, al di là delle oscillazioni, si mantengono sui livelli
del novembre del 2021. Il 24 di quel mese il gas chiuse al Ttf
di Amsterdam a quota 26,79 euro al megawattora. Da allora si è
raggiunta una quotazione più bassa solo lo scorso 22 febbraio, a
23,29 euro, e il giorno successivo a 23,06 euro. Da quel giorno
in poi i prezzi sono saliti fino al massimo del 15 marzo. Ma non
è escluso un nuovo cambio di rotta, tanto che gli analisti di
Wood Mackenzie prevedono un calo da 8,4 a 6,7 dollari (da 7,71 a
6,15 euro) per Mbtu (milioni di unità termiche britanniche)
sulla piazza di New York.
Tuttavia, proprio a causa della maggior richiesta di gas in
Asia, in Europa è previsto un calo di 17 miliardi di metri cubi
nelle importazioni di Gnl (gas naturale liquefatto) rispetto
agli oltre 120 miliardi del 2023. Da un lato influiscono i
minori consumi e dall'altro le scorte che si mantengono su
livelli record per la stagione. In Europa, con la primavera alle
porte e la prospettiva di temperature ancora più miti, le scorte
raggiungono il 59,77% della capacità a 682,16 terawattora (TWh).
In Germania, il Paese più virtuoso ed energivoro, sono al 66,25%
a 168,81 TWh. Seconda è l'Italia al 56,47% a 111,22 TWh, seguita
dai Paesi Bassi (54,29% a 77,37 TWh), dall'Austria (75,43% a
73,9 TWh) e dalla Francia (38,87% a 52,22 TWh).
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