Listini azionari in spolvero sulle
due sponde dell'Atlantico dopo che la Bce ha aperto a una
possibile pausa nel rialzo dei tassi, allineandosi alla Fed, e
il pil Usa del secondo trimestre è cresciuto del 2,4%, battendo
le attese del mercato e rafforzando lo scenario di un
atterraggio morbido dell'economia a stelle e strisce.
Milano e Parigi avanzano del 2%, Francoforte dell'1,6% e
Madrid dell'1,1% mentre Londra sale dello 0,4%. A New York il
Nasdaq guadagna l'1,2%, l'S&P 500 lo 0,7% e il Dow Jones lo
0,1%. La mano morbida di Christine Lagarde fa calare i
rendimenti dei titoli di Stato dell'Eurozona, con quello del Btp
che scende di quasi cinque punti al 4,047% mentre lo spread con
il Bund tedesco si restringe a 160 punti base. Debole l'euro,
che oscilla a ridosso della quota di 1,1 con il dollaro (-0,8%).
A Piazza Affari vola Stm (+8%), che decolla con tutto il
comparto dei microchip, davanti a Moncler (+6,8%), Stellantis
(+4,8%), Prysmian (+4,6%), Diasorin (+4,5%), Amplifon (+4,3%),
Azimut (+4%) e Mediobanca (+3,7%), che tra ieri ed oggi hanno
presentato trimestrali apprezzate dal mercato. Fiacche invece le
banche, che vedono avvicinarsi il picco degli extraprofitti
generati dalla stretta monetaria e che non vedranno più
remunerate dalla Bce le riserve obbligatorie depositate a
Francoforte: Bper cede l'1,3%, Mps lo 0,9%, Banco Bpm lo 0,4% e
Unicredit lo 0,2%.
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