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Mps, Unicredit in data room. Sale il 'partito' del rinvio

Mps, Unicredit in data room. Sale il 'partito' del rinvio

Nodo ricapitalizzazione precauzionale e bond. Carige ko in Borsa

MILANO, 02 agosto 2021, 20:07

Paolo Algisi

ANSACheck

La filiale del Monte dei Paschi di Siena - RIPRODUZIONE RISERVATA

La filiale del Monte dei Paschi di Siena - RIPRODUZIONE RISERVATA
La filiale del Monte dei Paschi di Siena - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Unicredit entra nella virtual data room di Mps e inizia la due diligence sulla banca senese che nei prossimi 40 giorni servirà a verificare la fattibilità di un'intesa con il Tesoro per rilevare - come ha comunicato Unicredit - un "perimetro selezionato" del Monte, relativo alle sole "attività commerciali" e ripulito da rischi legali e crediti deteriorati.
    L'avvio dei lavori - che vede in campo al momento solo i team interni di Unicredit, assistiti dall'advisor Cappelli Rccd - avviene sotto l'artiglieria dei sindacati e della politica, specialmente locale, tutti preoccupati per le ricadute, specialmente nella città del Palio, di un'operazione che rischia di cancellare la più antica, anche se malconcia, banca al mondo.
    "La nostra può essere una banca che magari si ridimensiona o magari trova una partnership da pari a pari con qualche altro soggetto bancario, ma non c'è fretta di svenderla. Possiamo parlarne e trovare una sinergia insieme. È questo che mi aspetto dal ministero del Tesoro", ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, mentre dal Comune di Siena - dove domani il sindaco terrà una conferenza stampa - riecheggia "grandissima preoccupazione".
    Tra i nodi da sciogliere c'è infatti quello della direzione generale di Siena, di cui Unicredit, interessata alla struttura commerciale, non ha bisogno. Dal Tesoro assicurano che si farà di tutto per limitare gli esuberi e difendere l'integrità del Monte. Ma il rischio di 5-6 mila uscite (da gestire su base volontaria con scivoli fino a sette anni, costo 1,2 miliardi) esiste e non a caso al Mef si ragiona su misure compensative a favore del territorio, investendo, ad esempio, sulla filiera farmaceutica.
    "Siamo davanti a un disastro targato Pd che sta riuscendo a distruggere la banca più vecchia del mondo: privato sì ma non così, a spese dello Stato. Ora tutelare il marchio e l'occupazione, con una banca dei territori", attacca il leader della Lega Matteo Salvini. Le file del partito del rinvio sono stipate e trasversali: "vendere a pochi mesi dalla deadline prevista dalla Commissione europea, vuol dire rassegnarsi alla svendita", dice Stefano Fassina di Leu. Gli europarlamentari Raffaele Fitto e Carlo Fidanza (FdI) hanno presentato una interrogazione urgente alla Commissione per chiedere una proroga. Senza il "blocco dei 6000 esuberi" e il "mantenimento" del marchio Mps "è giusto" un rinvio, afferma il sottosegretario al Mef della Lega, Claudio Durigon. Di "evidenti criticità" parla Michele Gubitosa (M5S): "quello che il Governo dovrebbe fare è chiedere più tempo".
    Il Tesoro, in attesa che mercoledì il ministro Daniele Franco riferisca in Parlamento, va però avanti per la sua strada, rafforzato nei suoi convincimenti dall'esito dello stress test, che ha visto Mps ultima in Europa. Gli analisti di Morgan Stanley vedono un "razionale" nel coprire lo shortfall di capitale "usando la ricapitalizzazione precauzionale senza burden sharing", opzione resa possibile dal temporary framework sugli aiuti di Stato ma non esente da rischi, visto che per 'salvare' gli obbligazionisti occorre dimostrare che il deficit è una conseguenza del Covid. In ogni caso, secondo Bloomberg, Mef e Unicredit cercheranno una strada per proteggere i bondholder, anche trasferendo i bond subordinati a Unicredit.
    "Abbiamo il grande privilegio di poter contare su una persona come il Presidente del Consiglio Mario Draghi che è l'uomo giusto", prova a raffreddare i toni, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini. Ma il Monte, che giovedì approverà i conti del semestre e la transazione con la Fondazione Mps, non è l'unica banca in affanno: Carige ha perso quasi l'11% all'indomani di uno stress test chiuso con un'erosione di capitale molto simile a quella di Siena. 

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