Tanto tuonò che sulle Borse non
piovve: erano giorni che i mercati azionari si muovevano stabili
in attesa delle decisioni della Bce, dell'intervento della sua
presidente Christine Lagarde e del dato sull'inflazione Usa, ma
alla fine si sono mossi solo di qualche frazione: in Borsa a
Milano l'indice Ftse Mib ha chiuso in ribasso dello 0,40% a
25.638 punti, l'Ftse All share con un calo dello 0,42% a quota
28.095.
Senza scosse anche gli altri mercati azionari del Vecchio
continente, con Parigi che ha chiuso in ribasso dello 0,2%,
Francoforte piatta e Londra in rialzo dello 0,1%. Meglio di
tutti ha concluso la Borsa di Amsterdam, con un aumento finale
dello 0,3%.
Sono invece migliorati i rendimenti dei titoli di Stato
italiani: lo spread tra Btp e Bund, dopo una partenza di seduta
a 108 punti, ha chiuso a quota 105, con un rendimento del
prodotto del Tesoro sotto la soglia dello 0,8%, esattamente allo
0,793%, sui minimi da aprile.
In questo contesto, nel paniere principale di Piazza Affari
debole Cnh, che ha ceduto il 2,1% finale, con Prysmian in calo
dell'1,9% e Banca Mediolanum dell'1,8%. Il settore del credito
ha beneficiato poco del miglioramento dello spread, con Bper in
calo dello 0,7%, Mediobanca dello 0,6% e Intesa di mezzo punto
percentuale. Solida invece Unicredit (+0,3%) con Mps fiacca in
ribasso dello 0,6%.
In rialzo dello 0,6% a 10,5 euro Eni con il petrolio che cerca
di difendere la quota psicologica dei 70 dollari al barile,
mentre acquisti consistenti si sono registrati su Stm salita
dell'1,7% finale a un prezzo di 31 euro.
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