Piazza Affari si conferma debole
nella prima mezz'ora di scambi (Ftse Mib -0,78%), frenata ancora
una volta da Tim (-2,47%), da diversi giorni protagonista di una
caduta inarrestabile sulle prospettive per il 2019, sul tema
dello scorporo della rete, dopo la bocciatura dell'AgCom della
soluzione ibrida proposta dall'ex amministratore delegato Amos
Genish, e con i litigi tra i soci Vivendi ed Elliott. Il rialzo
dello spread oltre 252 punti penalizza invece Banco Bpm (-1,7%),
Ubi Banca (-1,6%) e Bper (-1,5%), Unicredit (-1,2%) e Intesa
(-1,1%), pesante Creval (-3,43%) a differenza di Mps (+0,6%). In
calo Stm (-1,5%), dopo le stime trimestrali della rivale Asml.
Pochi i rialzi sul paniere principale, limitati a Juventus
(+1,2%), oggetto di riposizionamenti da parte dei fondi, Saipem
(+0,15%), Italgas (+0,27%) e Tenaris (+0,05%). Deboli Fca
(-1,21%) e Ferrari (-0,89%), tra i minori sprint di Stefanel
(+12,9%), in calo Pininfarina (-2,28%).
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