(di Andrea D'Ortenzio)
La Banca d'Italia continuerà a
'marcare stretto' il Creval dopo l'aumento di capitale da 700
milioni di euro che partirà lunedì, con un monitoraggio
semestrale la cui prima verifica avverrà proprio dopo la
chiusura dell'operazione. E' stata proprio la Vigilanza di Via
Nazionale peraltro, con il suo rapporto dell'8 agosto a imporre
alla banca, viste le difficoltà di recupero della redditività,
il nuovo piano industriale, la cessione dei crediti deteriorati
e l'operazione di rafforzamento patrimoniale. Tutte azioni che,
se non portate avanti con successo, porterebbero forti rischi
alla banca con la possibilità di una sua risoluzione secondo la
direttiva Ue Brrd, come peraltro messo nero su bianco nel
prospetto.
L'istituto lombardo comunque ha incassato il via libera della
Consob all'operazione nel tardo pomeriggio di lunedì, seppure
con un forte richiamo agli investitori sul massimo rischio delle
azioni e con l'avvertenza che la Commissione vigilerà su come i
titoli verranno proposti alla clientela. Un'attività che
svolgerà anche la Banca d'Italia. E' chiaro che le due autorità
vogliono evitare qualsiasi anomalia nel collocamento, sia per
l'entrata in vigore delle norme più stringenti della Mifid II,
sia per i precedenti delle banche venete o di Etruria dove, come
anche emerso durante la commissione parlamentare d'inchiesta, si
sono verificati degli episodi a danno dei risparmiatori come le
famigerate 'azioni baciate'.
Va detto che il Creval, dopo la costituzione del consorzio di
garanzia, ha portato a casa una serie di accordi con Algebris,
Credito Fondiario e Dorotheum che saranno sub garanti
dell'aumento per massimi 55 milioni mentre alla società di
Davide Serra è andata l'esclusiva per la cessione dei crediti
inadempienti che ammontano a fine 2017 a 1.437 milioni di euro
contro i 658 milioni di sofferenze nette. La banca nel prospetto
dice poi di aver prima arrestato e poi colmato (tramite
l'aumento dei rendimenti e operazioni con controparti
internazionali) il deflusso di depositi visto a novembre a causa
della presentazione del nuovo piano e il downgrading.
Ora quindi bisognerà vedere la reazione del mercato in Borsa
e un possibile ingresso di nuovi soci. Per i piccoli soci il
dilemma è sottoscrivere continuando a dare fiducia alla banca o
rischiare la diluizione quasi totale, visto che il titolo è
offerto a 0,1 euro contro i 7,5 euro della chiusura di venerdì.
Si vedrà se con l'aumento arriveranno nuovi soci 'forti'. Dal
prospetto non sono emerse grandi sorprese: i francesi di Dumont
Denis sono leggermente saliti al 5,784% mentre la Hoking
Partners ha il 5,05%, ma a titolo gestione risparmio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA