Eliminazione degli "adempimenti
fiscali inutili" e di quelli "poco produttivi", ai fini del
contrasto all'evasione, nonché "diminuzione della pressione
fiscale, a partire da una congrua riduzione dell'aliquota Irpef
del 38% per lo scaglione di redditi oltre 28.000 euro e fino a
55.000 euro". Sono le proposte per una riforma fiscale formulate
dal Consiglio nazionale dei commercialisti ed elencate dal
vertice della categoria (che conta quasi 118.000 iscritti)
Massimo Miani dal palco dell'Assemblea generale, che si è aperta
questa mattina, a Roma. Le altre richieste dei professionisti
alla politica e alle Istituzioni sono di ottenere "maggiore
stabilità e certezza normativa e rispetto dei principi dello
Statuto dei diritti del contribuente" e la
"introduzione della 'Local tax' (ovvero l'unificazione di Imu e
Tasi)".
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