In quattro anni, dal 2012 al 2016,
nei primi cinque gruppi bancari italiani (Unicredit, Intesa
Sanpaolo, Mps, Ubi e Banco Popolare), che impiegano oltre la
metà dei lavoratori del settore in Italia, sono stati bruciati
12.217 posti di lavoro, mentre le assunzioni sono state 6.383,
grazie agli accordi raggiunti con le organizzazioni sindacali di
categoria.
Il dato è stato diffuso dal sindacato Fabi, in occasione di
'Behind the lines. La tempesta perfetta: le prospettive del
settore bancario tra onde giganti e raffiche di vento', in corso
a Milano. Riferendosi all'intero comparto, "dal 2013 al 2015 -
ha aggiunto il segretario di Fabi, Lando Maria Sileoni - sono
usciti, attraverso pensionamenti e prepensionamenti volontari e
incentivati, 32.096 dipendenti. Contestualmente sono stati
assunti in banca 21.574 giovani, di cui più della metà, 12.240,
attraverso il Fondo per la nuova occupazione". Gli sportelli
tagliati sono stati 1.700.
"Ad oggi - ha aggiunto - le assunzioni agevolate di giovani,
tramite il Fondo in questione, sono arrivate a quota 13.800".
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