Per tentare di compensare le perdite
derivanti dalle impreviste svalutazioni, Toshiba scorporerà la
propria divisione di memorie flash, mettendo sul mercato una
quota della nuova società.
In dicembre il gruppo aveva annunciato una probabile
svalutazione di 500 miliardi di yen (l'equivalente di 4,07
miliardi di euro) per gli asset nucleari gestiti dalla
controllata statunitense Westinghouse, provocando un crollo del
titolo del 40% e il giudizio negativo di Moody's e Standard &
Poor's, compromettendo inoltre la capacità dell'azienda di
accedere al credito. Oltre alla costruzione di centrali nucleari
Toshiba è una della maggiori società dell'elettronica
giapponese, e già nel 2015 era stata coinvolta in uno scandalo
contabile in cui si era scoperto che il management aveva
gonfiato sistematicamente i profitti per 7 anni. La divisione
informatica, attiva nella produzione dei dispositivi di memoria
di massa, è una delle più redditizie per l'azienda, a differenza
del nucleare, che non produce attivi dal 2013.
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