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Mps, le valutazioni della Bce e i margini di manovra sull'aumento

Mps, le valutazioni della Bce e i margini di manovra sull'aumento

Perché,in attesa nuovo piano,Francoforte sceglie massima cautela

ROMA, 29 dicembre 2016, 21:05

Redazione ANSA

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I quasi nove miliardi di aumento di capitale richiesto dalla Bce al Montepaschi, ben al di sopra dei cinque miliardi della fallita soluzione privata architettata da JpMorgan, sono stati decisi affinché l'operazione sia risolutiva, dopo diversi interventi andati a vuoto, e il tesoro possa uscire dall'azionariato in tempi brevi. E la cifra, che ha sollevato proteste in italia, non è una prescrizione ultimativa: potrebbero esserci margini di flessibilità con un nuovo piano di ristrutturazione.

 E' quello che emerge dietro il 'no comment' di rito della Vigilanza bancaria. Agli occhi di Francoforte quei cinque miliardi come cifra sufficiente per rimettere in piedi Mps non sono mai stati proposti da Francoforte a luglio, per poi prescriverne quasi nove sei mesi dopo. Né hanno mai avuto il 'sigillo' della Bce. I cinque miliardi furono avanzati dalla banca toscana in occasione degli stress test quando c'era un piano industriale, ora divenuto lettera morta, che prevedeva un'ambiziosa cessione di ben 28 miliardi di prestiti in sofferenza tramite il fondo Atlante.

La vigilanza Bce - è il ragionamento - si è limitata a dare luce verde e seguire attentamente il dossier fissando la scadenza del 31 dicembre 2016. Venuto a cadere ogni piano di ristrutturazione di Mps, data la defezione degli investitori, la Vigilanza europea non aveva altra scelta che applicare alla lettera le regole. Trattandosi di una banca che necessita di ricapitalizzazione preventiva e in seria difficoltà, l'istituto di credito agli occhi della Bce deve prepararsi allo 'scenario avverso' degli stress test del luglio scorso, che sono stati formalmente replicati.

 Data la delicatezza della situazione di Mps, arrivata a poche settimane dal prosciugare la propria liquidità; dati i molteplici aumenti di capitale precedenti, 'bruciati' dal crollo in borsa delle azioni; dati i due precedenti interventi del Tesoro nel capitale, sottodimensionati rispetto alle reali necessità della banca, alla Bce è parso opportuno applicare ampi margini di sicurezza: ora che è in campo una nazionalizzazione della banca, si vuole che l'intervento dello Stato sia un intervento risolutivo, e che effettivamente il Tesoro resti azionista su un orizzonte massimo di 18-24 mesi.

In cifrre, come reso noto oggi dalla Banca d'italia, si è preferito che che il Montepaschi esca dallo scenario avverso dello stress test con un coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 dell'8% (anziché del 5% come per le banche considerate 'sane') e un 'total capital ratio' dell'11,5%. la valutazione sarebbe stata notificata da Francoforte non in una lettera al Montepaschi, ma al Tesoro, offrendo di spiegare il ragionamento applicato in quella che è la prima applicazione pratica a una banca della ricapitalizzazione preventiva prevista dalla direttiva Brrd. I numeri, tuttavia, potrebbero cambiare: dopo il lavoro delle autorità italiane e le valutazioni la Commissione europea, la Bce valuterà il nuovo piano industriale e in particolare il nodo nevralgico di come gestire prestiti in sofferenza. E a quel punto si definirà l'effettiva dimensione dell'intervento su capitale del monte dei paschi di Siena.

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