La Banca d'Italia non "tifa per la
costituzione di un gruppo delle Bcc o di due" ma baderà a che
quelli che nasceranno con la riforma arrivino presto, già nel
2017 e siano soprattutto "robusti". Lo affermano fonti della
Banca d'Italia commentando il varo delle norme di attuazione
della riforma Bcc. "Non ragioniamo in astratto se siano meglio
uno o due, l'importante è che siano robusti. E visto che non si
parla di 10 gruppi ma di uno, due o, al massimo, tre, non ci
sono preclusioni di principio" spiegano. Saranno poi gli statuti
e non le norme a fissare la quota massima degli organi delle
capogruppo riservata a esponenti di Bcc, nell'ambito della
riforma del credito cooperativo. Saranno prese in considerazione
"obiettivi di professionalità e competenza degli esponenti,
diversificazione dell'organo". L'importante è che i componenti,
e i dirigenti di prima importanza, abbiamo le necessarie
competenze professionali per gruppi che saranno fra i primi 10
nella classifica delle banche italiane e vigilati dalla Bce.
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