In caso di aumento di capitale del
gruppo/gruppi Bcc nati dalla riforma, la capogruppo potrà
contare su due pilastri per reperire risorse: il mercato e il
capitale delle banche aderenti in eccesso rispetto ai requisiti
patrimoniali. E' quanto prevedono le norme di attuazione della
riforma varate dalla Banca d'Italia secondo cui in questo modo
si punta ad assicurare un supporto intragruppo rapido in caso di
difficoltà di uno o più istituti aderenti. La garanzia in solido
è prevista dal contratto di adesione stipulato fra la capogruppo
spa e le Bcc aderenti che ne detengono il capitale ma che a loro
volta affidano alla holding il potere di direzione e
coordinamento oltre a quello di nominare e revocare la
maggioranza dei cda.
La contropartita della garanzia è infatti il potere della
capogruppo la cui intensità di controllo e enforcement, allo
scopo di limitare il potenziale 'moral hazard' delle aderenti, è
proporzionata alla loro rischiosità. E qui, visto che i gruppi
che nasceranno saranno vigilati dalla Bce, c'è una partita
aperta sulla collaborazione fra capogruppo, Francoforte e Banca
d'Italia nella vigilanza delle Bcc sul territorio .
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