La Cina alza il velo sul piano per
alleggerire il debito delle aziende, schiacciate da uno stock di
circa 18.000 miliardi di dollari, pari al 170% del Pil, visto
dagli economisti come un freno alla crescita già in difficoltà:
lo "swap debt-for-equity" è lo schema guida, la conversione del
debito in azioni da assegnare alle banche creditrici.
Alle compagnie con "buoni prospettive" sarà consentito di
negoziare lo swap, ha illustrato Lian Weiliang, vice presidente
della National Development and Reform Commission. Lian ha
puntato sull'articolato sistema messo a punto "utilizzando le
forze di mercato" per imporre una solida disciplina e avvisando
i player in perdita che non potranno godere dei benefici. Un
colpo, quindi, alle grandi conglomerate di Stato, i cosiddetti
"zombi", improduttivi e che si reggono solo grazie alle risorse
pubbliche. La soluzione era già all'esame della Banca centrale
preoccupata di abbattere un debito il cui aggregato
pubblico-privata, ha raggiunto il rapporto del 250% sul Pil.
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