Il governo disinnescherà con la
prossima legge di bilancio le clausole di salvaguardia sul 2017
per 15,1 miliardi che porterebbero altrimenti dal primo gennaio
ad aumenti dell'Iva dal 10% al 13% e dal 22% al 24%. Tuttavia,
utilizzare per l'operazione soprattutto risorse in deficit,
significherà non riuscire a sminare gran parte degli aumenti
previsti nel 2018.
Nell'anno in cui, secondo il cronoprogramma governativo,
dovrà essere portato a casa anche il taglio Irpef, l'eredità
delle clausole è infatti ancora più pesante di quella del 2017,
pari a 19,6 miliardi. Solo la parte di aumenti disinnescati
strutturalmente potrà essere effettivamente eliminata a regime,
ma - secondo calcoli a spanne su quanto ipotizzato finora
riguardo alla manovra in arrivo la prossima settimana - le
coperture strutturali potrebbero ammontare a non più di 6
miliardi, con cui coprire anche interventi stabili come l'Ape,
il rinnovo del contratto degli statali e l'introduzione della
nuova Iri.
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