Esselunga "è diventata
'attrattiva'". "Però è a rischio. E' troppo pesante condurla,
pesantissimo 'possederla', questo Paese cattolico non tollera il
successo. Occorre trovare, quando i pessimi tempi italiani
fossero migliorati, una collocazione internazionale. Ahold
sarebbe ideale Mercadona no". Bernardo Caprotti traccia il
futuro dell'azienda. Nel testamento redatto due anni fa il
fondatore di Esselunga, scomparso venerdì scorso, mette nero su
bianco la sua posizione sul futuro dell'azienda. E lo fa citando
Ahold, gruppo con base in Olanda convolato questa estate a nozze
con la belga Delhaize per dar vita a un colosso presente in 22
Paesi (non in Italia) e un fatturato quasi 10 volte superiore a
quello di Esselunga. "Attenzione: privata, italiana, soggetta ad
attacchi, può diventare Coop. Questo non deve succedere", è
l'altolà scandito fino all'ultimo dell'imprenditore.
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