Dopo il taglio di giugno gli
economisti di Confindustria hanno limato ancora al ribasso le
stime sulla crescita: nel 2016 il Pil è visto al +0,7% (era
+0,8%) e nel 2017 al +0,5% (era +0,6%). E la crescita 2017,
avvertono, "non è scontata e va conquistata". Dopo "un
quindicennio perduto", "tempo sprecato", il Paese "soffre oggi
di una debolezza superiore all'atteso": ai ritmi attuali "di
incremento del prodotto - indica quindi il Csc - l'appuntamento
con i livelli lasciati nel 2007 è rinviato al 2028".
Senza flessibilità si rischia una manovra correttiva da 1 punto
di Pil, dice il Csc. "Il deterioramento" del quadro macro
"comporta un peggioramento del deficit e, a parità di obiettivo
(ad oggi per il governo è 1,8% nel 2017) richiederebbe uno
sforzo maggiore".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA