Aumenta l'aspettativa di vita, scattano i nuovi requisiti pensionistici per le donne e crollano le nuove pensioni liquidate dall'Inps. Nel primo semestre, secondo quanto emerge dal monitoraggio sui flussi di pensionamento, le nuove pensioni liquidate sono state 189.851, con un calo del 34% rispetto alle 287.826 dello stesso periodo del 2015. Si dimezzano praticamente gli assegni sociali (per gli anziani privi di reddito o con redditi bassi), passando da 25.939 a 13.912 (-46,4%).
"Con riferimento al Fondo pensioni lavoratori dipendenti e alle tre principali gestioni dei lavoratori autonomi", spiega l'Inps nel monitoraggio "si osserva una contrazione del numero di liquidazioni di vecchiaia e anzianità/anticipate rispetto agli analoghi valori riferiti all'anno precedente: nell'anno 2016 infatti sia i requisiti di età per la vecchiaia, sia quelli di anzianità per la pensione anticipata, sono aumentati di 4 mesi per effetto dell'incremento della speranza di vita registrato dall'Istat". Inoltre, ad esclusione dei parasubordinati, "per le donne, a partire dal primo gennaio 2016, è previsto dalla Legge 214 del 2011 un ulteriore incremento del requisito di età richiesto per la pensione di vecchiaia rispettivamente pari a 18 mesi per le lavoratrici dipendenti e un anno per le lavoratrici autonome". Nel dettaglio, le pensioni liquidate dal Fpld nel primo trimestre 2016 sono state 110.576 con un calo del 31,1% rispetto alle 160.484 liquidate nel primo semestre 2015. Gli assegni liquidati ai coltivatori diretti sono stati 12.972 (18.651 nello stesso periodo del 2015) mentre quelli liquidati agli artigiani sono stati 22.700 (37.246 nei primi sei mesi 2015). Le nuove pensioni erogate ai commercianti sono state 17.450 (28.466 un anno fa) mentre quelle erogate ai parasubordinati sono state 12.241 (17.040 nel primo semestre 2015).
Boeri, Jobs act in gran parte un successo - L'operazione Jobs act "penso che in gran parte sia stata un successo". Così il presidente Inps, Tito Boeri, a margine di un'audizione al Senato. Boeri parla di "effetti importanti", attribuibili "non solo agli incentivi ma anche alle tutele crescenti". Il presidente Inps fa notare come la frenata delle assunzioni a tempo indeterminato degli ultimi mesi risenta del confronto con il 2015, quando "c'è stato un forte aumento" per gli sgravi pieni. E adesso "sembra che il numero" a fine anno si stabilizzi a quei livelli, "più alti". "Nel 2015 c'è stato un forte aumento dei contratti a tempo indeterminato, con l'impennata a fine anno per ottenere gli sgravi pieni. Poi, come era possibile immaginarsi, c'è stato un calo, rispetto però al 2015", spiega Boeri a chi gli chiedeva di commentare la frenata registrata, dallo stesso Inps, per i posti fissi. "Il saldo resta comunque positivo e sembra che il numero dei contratti a tempo indeterminato a fine anno sarà stabilizzato". Una variazione 'zero' che però non segna un passo indietro: "è stato fatto quindi un grande scalino nel 2015 e nel 2016 ci si va stabilizzando a quei livelli, più alti, non siamo tornati al 2014. Era difficile d'altra parte immaginare che continuassero a crescere - dice Boeri sempre con riferimento ai contratti a tempo indeterminato - anche perché l'economia italiana non sta brillando". Insomma, sottolinea, "dire che si è tutto vanificato non è vero, c'è stato un grande cambiamento".
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