Diplomazie al lavoro, dentro e fuori
dal Parlamento, per trovare una mediazione sulla riforma delle
Bcc, che ha scontentato larga parte del mondo cooperativo. Il
nodo è sempre quello della 'way out', la possibilità per gli
istituti con patrimonio netto sopra i 200 milioni di restare
fuori dalla nuova holding, trasformandosi però in Spa.
Mentre è difficilmente ipotizzabile un passo indietro del
governo su questo punto, quello che si starebbe valutando in
questi giorni è un meccanismo che mantenga l'opzione di uscita
salvando allo stesso tempo la natura indivisibile delle riserve.
Per questo si starebbe guardando al cosiddetto 'modello Unipol',
cioè una cooperativa che controlla una banca, attraverso la
cessione dell'attività bancaria a una nuova Spa. Altro nodo
sarebbe quello della tempistica per l'operazione, cioè se
fissare una data entro la quale bisogna avere raggiunto i
requisiti per l'eventuale way out o lasciare tutti i 18 mesi di
tempo che hanno le Bcc per adeguarsi alla riforma.
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